Skin ADV
Venerdì 19 Aprile 2024
Utente: Password: [REGISTRATI] [RICORDAMI]


 

 
 
LANDSCAPE


MAGAZINE





17 Febbraio 2013, 10.00

L'angolo del filosofo

L'università dev'essere un investimento sulla passione

di Alberto Cartella
La riflessione settimanale del filosofo Alberto Cartella s'impernia sul ruolo di mero passaggio al mondo lavorativo che spesso viene attribuito al percorso universitario, trascurando quella passione che anima ciascuno di noi e rende la vita degna di essere vissuta
 
L’università è qualcosa sulla quale investire del denaro, la quale poi ti darà delle prospettive lavorative? L’università si riduce a questo? La frase “però poi bisogna mangiare”, se diventa ciò che orienta chi sta per iscriversi, chi sta per affrontare un test per un corso ad accesso programmato o chi è già iscritto, cosa implica?
 
Per mangiare bisogna essere per forza dei laureati in giurisprudenza, ingegneria, economia? Coloro che vi raccontano che l’università è un investimento per il futuro, funzionale a farvi trovare più facilmente un lavoro e magari maggiormente retribuito vi stanno raccontando una favola per vendere più facilmente il proprio prodotto.
 
Non si tratta solo dell’università ma di un approccio alla vita molto sedimentato. Nel suddetto discorso dove sta la passione (il punto in cui il godimento coincide con il desiderio)? La passione non è l’hobby ed è qui intesa come un patimento, come un cedere alla propria emozione ed è una passione per il presente. Si tratta di qualcosa che ci attraversa e ci orienta.
 
Ma ci si può anche allontanare da questo e cercare di risolvere questo aspetto per esempio con la frase: “ma tanto poi bisogna mangiare”.
Ma allora se tanto poi bisogna mangiare, perché perdere tempo e fare dei “sacrifici”? L’università viene vista come un sacrificio, come qualcosa da sbrigare in fretta perché tanto quello che conta è dopo, è il lavoro per mangiare e si tratta di risolversi in questo aspetto, senza passione e senza gioia.
 
Davvero l’università è solo un passaggio? La passione è qualcosa che deve essere sempre legata a un riscontro economico? In qualche caso la passione coincide con il lavoro che si fa per mangiare?
 
La passione e il dedicarsi al proprio desiderio è qualcosa che si sottrae al tempo che ci viene preso per esempio per lavorare per mangiare. Non si tratta di una contrapposizione ma di un punto di crisi, di un punto di cedimento alla propria emozione. Questo vuol dire non risolversi all’interno di un ragionamento che razionalmente mi dice che per lavorare bisogna mangiare e chi lo fa è una persona ragionevole. Si sta parlando dell’importanza del perdere tempo, del dedicarsi al proprio desiderio.
 
Davvero se l’università non è vista come un passaggio in vista di un lavoro, allora essa è il farsi una cultura che ci si potrebbe fare da soli a casa propria?
 
Credo che seguendo questa tendenza si continui a correre verso un vuoto totale. Non si considera minimamente il tessuto vivente dell’università, si inizia a considerare l’università come una pratica da sbrigare in fretta e non come uno spazio che è anche una sottrazione dal “devi fare così perché poi dovrai lavorare per mangiare”.
 
Se si inizia un incontro e un avvicinamento alla propria passione viene a crearsi una controtendenza, un contro-ritmo (qualcosa che scardina il ritmo di vita e lo stile di vita) nella modalità di approcciarsi all’università. Ciò non riguarda solo chi sta facendo o chi vuole fare l’università ma anche chi non la fa e non la vuole fare e che magari lavora o sta cercando lavoro e anche chi l’ha già fatta. Si tratta di un approccio, di una modalità che richiede impegno, fatica e studio.
 
Anche se si tratta di un esercizio non coincidente con la volontà. Più che dell’esercizio si tratta di un lasciar esercitare quel punto di indeterminazione della nostra soggettività, quel punto che non si risolve nell’essere determinati in vista di un obbiettivo (“il mio obiettivo è diventare un avvocato!”).
 
Non è un’alternativa ma è qualcosa di costitutivo della nostra soggettività che siamo stati formati a risolvere. L’emotività è vista come un problema da risolvere, quello che conta è essere razionali. Questo ha delle implicazioni devastanti.
 
Il lavoro in nessun caso coincide totalmente con il proprio desiderio-godimento e con la propria passione. Questo non vuol dire allora che il lavoro sia qualcosa verso cui ci si deve contrapporre, ma vuol dire che è importante non risolvere quel nucleo anomico che si sottrae al “lavoro perché bisogna mangiare”.
 
Einstein ha rivoluzionato il mondo della fisica mentre lavorava all’ufficio brevetti. Noi non siamo quello che facciamo. La passione è ripetizione e non è “faccio qualcosa per raggiungere qualcos’altro” o “faccio dei sacrifici per raggiungere qualcosa di concreto”, come se la passione non fosse ciò che è concreto, che con-cresce dentro di noi, ci attraversa e rende la vita degna di essere vissuta. Essa ci salva la vita salvandoci dalla vita.
 
Un grande pittore alla domanda: «per lei dipingere è più che vivere?», ha risposto semplicemente: «Dipingere è certamente per me l’unica forma di vita, l’unica forma che ho per difendermi dalla vita».
 
La passione intesa come patimento e non come stato d’animo è qualcosa che mette in crisi il progetto di vita e ci restituisce allo stare insieme. Si tratta del punto di crisi della logica del sacrificio. La festa è legittima in maniera immanente, non è legittimata da un’istanza superiore.
Se si sta insieme si mangia anche con gioia e qualcosa da mangiare c’è sempre. 

 

Visualizza per la stampa




Aggiungi commento:

Titolo o firma:

Commento: (*) ()





Vedi anche
10/02/2013 10:00
Comprendere le categorie della democrazia Alla base del ragionamento del giovane filosofo saretino la comprensione di una politica come che si manifesta in ogni gesto dell'uomo, nella sua capacità di fare comunità. E la confusione che troppo spesso si crea tra democrazia e rappresentanza

06/05/2012 09:30
La concretezza della ricerca pura La disamina del giovane filosofo prende in considerazione proprio la materia filosofica, troppo spesso e da troppa gente vista come qualcosa di concettoso. Ma sono i concetti che creano l'innovazione, motore del cambiamento nei periodi di crisi

08/08/2013 09:10
La fiducia è nel dettaglio Nel post il giovane filosofo Alberto Cartella scandaglia il concetto di 'fiducia', punto cardine che sa mettere in crisi la coerenza grazie a un positivo meccanismo di sospensione tipico del gioco

08/03/2013 11:00
Il corpo e lo specchio Una riflessione intorno al concetto di corpo per cui nella nostra società cerchiamo di corrispondere a dei modelli, tanto che l'immagine che noi abbiamo del nostro corpo non viene restituita dallo specchio, bensì da uno schema corporeo introiettato nel nostro cervello

13/08/2012 10:30
Il problema della verità Nella dettagliata riflessione del giovane filosofo saretino è la filosofia a spiegarsi come disciplina che mette in relazione diversi punti di vista e chiave d'interpretazione sulla via di una verità che non possiede ma si manifesta nei rapporti



Notizie da Filosofia
23/03/2020

La quiete dopo la tempesta

Non avrei mai capito veramente cosa sia essere agli «arresti domiciliari», senza la crisi del Covid-19

17/08/2014

Nave, arrivano gli speed check

Verranno posati lungo il tratto di Provinciale che da Nave raggiunge la Mitria. Una decisione che registra anche qualche dissenso

31/05/2014

La seria comicità del rispetto

L’opinione suppone che la gelosia sia la triste conseguenza dell’amore. Ma la gelosia è una finalità, una meta e, se bisogna amare, è per poter essere gelosi

05/05/2014

La competizione degli amanti

Un'acuta riflessione di Alberto Cartella attorno alla muta latente violenza che in ogni rapporto s'insinua e che tutti gli uomini celano con la menzogna del linguaggio

17/04/2014

Il troppo diventa tossico

Alberto Cartella prende in considerazione quel "troppo" che quando diventa squilibrio estremo mette in crisi ogni aspetto della nostra vita

12/03/2014

La difficoltà della leggerezza dell'emozione

Il giovane filosofo Alberto Cartella conduce una profonda riflessione sul nostro quotidiano confronto emozionale, sia esso amicizia o amore. Eppure troppo spesso cristallizzato nel 'non detto'

01/03/2014

Vita e pensiero

Una profonda riflessione del giovane filosofo Alberto Cartella sulla vita come creazione e su quel "granello di follia" che contraddistingue il cammino di ciascuno di noi

29/01/2014

Divenire e realtà

L'analisi di ciò che è divenire, di quell'inquietudine che nasce dall'esperienza e produce coscienza ne post del giovane filosofo Alberto Cartella, pronto a rispondere ai dubbi e alle domande dei lettori appassionati di filosofia

28/12/2013

Educazione e masochismo

Una riflessione sul contratto masochista come espressione non soltanto della necessità del consenso della vittima, ma anche del dono della persuasione, la spinta pedagogica e giuridica mediante la quale la vittima educa il proprio carnefice

23/11/2013

Il gioco dell'amore e altre sciocchezze

Una riflessione che parte dal gioco del fare l'amore per parlare della leggerezza e della distrazione come inestricabilmente legate in un vincolo di opposizione alla pesantezza della vita quotidiana e usate come strumento protettivo

  • Valtrompia
  • Bovegno
  • Bovezzo
  • Brione
  • Caino
  • Collio
  • Concesio
  • Gardone VT
  • Irma
  • Lodrino
  • Lumezzane
  • Marcheno
  • Marmentino
  • Nave
  • Pezzaze
  • Polaveno
  • Sarezzo
  • Tavernole
  • Villa Carcina
  • -

  • Dossier