Skin ADV
Sabato 23 Novembre 2024
Utente: Password: [REGISTRATI] [RICORDAMI]


 

 
 
LANDSCAPE


MAGAZINE





13 Aprile 2013, 09.00

L'angolo del filosofo

Le implicazioni politiche di metodologie differenti

di Alberto Cartella
Nella riflessione del giovane filosofo la sottolineatura di come ci sia qualcosa che sfugge nel discorso, che non appartiene all'essere parlante, non è l'essere parlante. Poiché le cose non coincidono con ciò che noi pensiamo sulle cose
 
Se si fa riferimento al lavorio, a ciò che si sottrae al dovere del lavoro senza opporsi a questo, si tratta del disfarsi da se stessi. Ciò vuol dire deporre la volontà; la volontà non è mai buona.
 
La volontà è la coscienza, ma non intesa come coscienza in sé, ma la coscienza civile, la coscienza di questa cosa, la conoscenza di quest’orologio. Il riferimento è all’incoscienza, all’abbandono. Se noi siamo l’abbandono, non siamo più noi.
 
L’esistenza è una costruzione: per porre un “esiste” bisogna anche poterlo costruire, cioè saper trovare dov’è questa esistenza. L’esistenza riguarda la nostra capacità di mettere in relazione. La cosa stessa non è dell’ordine del linguaggio.
 
Si parla di Cosa e non delle cose perché la differenza è già un’idea: il tavolo non sa nulla del suo essere differente dal camino o da qualsiasi altro oggetto, non sa di esistere, siamo noi che parliamo della sua esistenza. Questo non significa che noi col pensiero possiamo cogliere sempre soltanto le relazioni fra gli elementi dell’essere concependoli come un nucleo oscuro in sé esistente, bensì che noi solo attraverso la categoria di relazione possiamo giungere alla categoria di cosa (Ernst Cassirer). L’essere non pensa. La Cosa è impensabile.
 
Niente è se non nella misura in cui si dice che è. Il linguaggio non esiste (tenendo presente il suddetto riferimento all’esistenza). Il linguaggio è quel che si cerca di sapere circa la funzione di ciò che non è riducibile nel linguaggio. Il linguaggio non è una nostra proprietà, noi nasciamo nel linguaggio, il linguaggio ci precede.
 
C’è qualcosa che sfugge nel discorso. Il discorso non appartiene all’essere parlante, non è l’essere parlante. Il riferimento è agli effetti di ciò che non è riducibile nel linguaggio. Essi sono degli effetti che sono affetti. Il linguaggio non è soltanto comunicazione. Anche se il linguaggio è tutto ciò che abbiamo questo non vuol dire che il linguaggio sia tutto.
 
Quel corpo che mi sta di fronte non è lì soltanto a comandare segretamente la visione per soddisfare l’esigenza di una coscienza che vuole vedere ciò che lo sguardo è chiamato a significare e quindi non soltanto a comprendere, ma anche a credere di ricordare.
 
Fra risolversi nella condanna del nazismo e giustificarlo il passo è molto breve. Per il nazista l’ebreo era un parassita e riguardo all’immaginario legato al parassita la conseguenza logico-razionale che ne derivava è che doveva essere schiacciato. Quel corpo che stava di fronte al nazista era risolto dal suo giudizio. Il nazista giudicava e puniva indifferentemente quei corpi, si risolveva in ciò che sapeva e che riconosceva, ovvero che gli ebrei erano dei parassiti da schiacciare, risolvendo finalmente (soluzione finale) quel punto che si sottrae al far coincidere qualcuno con il proprio giudizio. L’ebreo per il nazista era contraddittorio per natura e per questo doveva essere eliminato senza discussioni.
 
Non posso perdonare a un nazista quello che ha fatto. Non avrò neanche un atto retributivo. L'atto retributivo non è risolutivo di quello che ha fatto. Si tratta di un punto comune di responsabilità di ciò che i nazisti hanno fatto.
 
Le cose non coincidono con ciò che noi pensiamo sulle cose. E noi pensiamo nel linguaggio: quando pensiamo a qualcosa, ce lo diciamo mentalmente.
 
Non si potrà rifare, se non rifondare in modo rigoroso un discorso sul soggetto, o anche su ciò che prenderà il posto (o rimpiazzerà il posto) del soggetto se non attraverso l’esperienza di una decostruzione di cui bisogna ricordare ancora una volta, a quelli che non vogliono leggere, che essa non è né negativa, né nichilista e neanche di un nichilismo pio. Un concetto (cioè anche un’esperienza) della responsabilità è a questo prezzo. La responsabilità è eccessiva o non è responsabilità (Derrida).
 
Queste considerazioni sono state rese possibili dal guadagno di pensiero che ho ricevuto dai filosofi Jacques Derrida, Ernst Cassirer, Carmelo Bene, Riccardo Panattoni e Massimiliano Boventi.
Visualizza per la stampa




Aggiungi commento:

Titolo o firma:

Commento: (*) ()





Vedi anche
08/08/2013 09:10
La fiducia è nel dettaglio Nel post il giovane filosofo Alberto Cartella scandaglia il concetto di 'fiducia', punto cardine che sa mettere in crisi la coerenza grazie a un positivo meccanismo di sospensione tipico del gioco

06/05/2012 09:30
La concretezza della ricerca pura La disamina del giovane filosofo prende in considerazione proprio la materia filosofica, troppo spesso e da troppa gente vista come qualcosa di concettoso. Ma sono i concetti che creano l'innovazione, motore del cambiamento nei periodi di crisi

08/05/2013 10:00
La filosofia non è un sapere umanistico Una riflessione del giovane filosofo Alberto Cartella per scardinare l'unilateralità del pensiero in favore di due modi guardare alla filosofia come si legge Aristotele: comprendendo ciò che pensava e ponendo problemi politici in rapporto al presente

10/02/2013 10:00
Comprendere le categorie della democrazia Alla base del ragionamento del giovane filosofo saretino la comprensione di una politica come che si manifesta in ogni gesto dell'uomo, nella sua capacità di fare comunità. E la confusione che troppo spesso si crea tra democrazia e rappresentanza

23/04/2013 09:30
L'esercizio della stanchezza La riflessione che ci porta questa settimana il filosofo Alberto Cartella riguarda la rappresentazione come riflesso delle nostre paure: un impulso subitaneo a rispondere alle aspettative che la filosofia può curare con la pazienza di far venire le cose a sé



Notizie da Filosofia
23/03/2020

La quiete dopo la tempesta

Non avrei mai capito veramente cosa sia essere agli «arresti domiciliari», senza la crisi del Covid-19

17/08/2014

Nave, arrivano gli speed check

Verranno posati lungo il tratto di Provinciale che da Nave raggiunge la Mitria. Una decisione che registra anche qualche dissenso

31/05/2014

La seria comicità del rispetto

L’opinione suppone che la gelosia sia la triste conseguenza dell’amore. Ma la gelosia è una finalità, una meta e, se bisogna amare, è per poter essere gelosi

05/05/2014

La competizione degli amanti

Un'acuta riflessione di Alberto Cartella attorno alla muta latente violenza che in ogni rapporto s'insinua e che tutti gli uomini celano con la menzogna del linguaggio

17/04/2014

Il troppo diventa tossico

Alberto Cartella prende in considerazione quel "troppo" che quando diventa squilibrio estremo mette in crisi ogni aspetto della nostra vita

12/03/2014

La difficoltà della leggerezza dell'emozione

Il giovane filosofo Alberto Cartella conduce una profonda riflessione sul nostro quotidiano confronto emozionale, sia esso amicizia o amore. Eppure troppo spesso cristallizzato nel 'non detto'

01/03/2014

Vita e pensiero

Una profonda riflessione del giovane filosofo Alberto Cartella sulla vita come creazione e su quel "granello di follia" che contraddistingue il cammino di ciascuno di noi

29/01/2014

Divenire e realtà

L'analisi di ciò che è divenire, di quell'inquietudine che nasce dall'esperienza e produce coscienza ne post del giovane filosofo Alberto Cartella, pronto a rispondere ai dubbi e alle domande dei lettori appassionati di filosofia

28/12/2013

Educazione e masochismo

Una riflessione sul contratto masochista come espressione non soltanto della necessità del consenso della vittima, ma anche del dono della persuasione, la spinta pedagogica e giuridica mediante la quale la vittima educa il proprio carnefice

23/11/2013

Il gioco dell'amore e altre sciocchezze

Una riflessione che parte dal gioco del fare l'amore per parlare della leggerezza e della distrazione come inestricabilmente legate in un vincolo di opposizione alla pesantezza della vita quotidiana e usate come strumento protettivo

  • Valtrompia
  • Bovegno
  • Bovezzo
  • Brione
  • Caino
  • Collio
  • Concesio
  • Gardone VT
  • Irma
  • Lodrino
  • Lumezzane
  • Marcheno
  • Marmentino
  • Nave
  • Pezzaze
  • Polaveno
  • Sarezzo
  • Tavernole
  • Villa Carcina
  • -

  • Dossier