Skin ADV
Sabato 23 Novembre 2024
Utente: Password: [REGISTRATI] [RICORDAMI]


 

 
 
LANDSCAPE


MAGAZINE





03 Giugno 2012, 10.30

Filosofia

La fecondità del paradosso

di Alberto Cartella
L'approfondimento di questa settimana fa perno sul concetto di paradosso e sulle potenzialità che da esso si dispiegano, sfruttando come esempio il parallelo tra filosofia e pittura
 
Per la teoria dei tipi logici di Russell (1910-13) ci sono vari piani del linguaggio. Per esempio, se all’interno di un insieme in cui si classificano gli animali diciamo che è compresa la categoria degli animali inclusi nella presente classificazione si crea la confusione di due piani, il piano logico e il piano meta-logico. Ci troviamo davanti a un paradosso che in quanto tale presenta la caratteristica di non essere verificabile, vi è un’impossibilità di verifica e falsificazione.
 
Il paradosso non può essere superato, crea separazioni, discontinuità e va considerato nella sua fecondità. Il paradosso di Russell può essere esposto in maniera più formale dicendo che l’insieme degli insiemi che non appartengono a se stessi è contraddittorio.
 
Si sta trattando qui di teoria degli insiemi (gli insiemi sono l’estensione dei predicati) e il panorama è quello di inizio ‘900 in cui il problema era quello della riduzione della matematica alla logica. Secondo la teoria dei tipi logici (utilizzata anche in informatica) ci sono vari livelli del linguaggio, il quale può essere visto come una scala in cui ogni gradino è un livello.
 
Ciascuno scalino contiene delle cose che vengono definite riferendosi allo scalino precedente. Se parliamo di insiemi che appartengono o no a se stessi stiamo parlando di cose che dovrebbero da un lato stare su uno scalino e dall’altro lato stare anche sul successivo, perché si stanno riferendo a se stessi.
 
Secondo la teoria dei tipi logici questo non è possibile, perché il linguaggio deve essere stratificato e quindi una frase che parli della verità di un’altra frase sta a un livello superiore di quella frase di cui si sta parlando. Non ci potrà mai essere una frase che dice di se stessa di essere falsa. Anche dal suddetto paradosso si può dedurre che la soluzione finale dei problemi dei fondamenti della matematica non esiste.
 
I fondamenti della matematica possono essere un sistema assiomatico, ma qualunque sistema assiomatico è incompleto, cioè non potrà mai provare tutte le verità che si possono esprimere nel suo linguaggio (per i “Teoremi di incompletezza” di Gödel del ’30-‘31).
 
In questi giorni mi sono inciampato in un paradosso: volevo riferirmi a me stesso e scrivere qualcosa su di me e in particolare sull’attività che sto svolgendo per il giornale. Se sia possibile potersi riferire a se stessi, come abbiamo visto, costituisce un problema, ma è il caso di tener presente fin da subito che ciò che non è dell’ordine della possibilità a volte apre a nuove potenzialità.
 
Si può dire che in alcuni articoli precedenti ho fatto della storia della filosofia seguendo vari modelli e ho fatto riferimento ad alcuni filosofi piuttosto che ad altri, perché c’è qualcosa che mi tocca profondamente in loro.
 
Muovendoci nell’analogia fra pittura e filosofia siamo toccati dal pensiero di pittori come Van Gogh che all’inizio della loro carriera erano estremamente impauriti dal colore e in principio non hanno osato affrontarlo. Van Gogh all’inizio della carriera utilizzava i colori patata in quanto non si riteneva ancora degno di affrontare il colore, cioè di fare veramente della pittura (cosa che poi ha fatto).
 
Si ha bisogno di anni per osare e affrontare il colore e vi è un grande rispetto e un’estrema lentezza nell’affrontarlo. Il colore per un pittore può portare alla follia. Analogamente sarebbe un pensiero idiota dire: ora comincio a fare della filosofia, faccio la mia filosofia e ho la mia filosofia. Insomma, fare la propria filosofia è una dichiarazione idiota.
 
La filosofia è come il colore: prima di entrare nella filosofia, cioè prima di conquistare il colore filosofico (il colore filosofico è il concetto), ci vogliono tantissime precauzioni. Prima di inventare dei concetti ci vuole tanto lavoro e la storia della filosofia è questa lenta modestia, la quale non è solo preparatoria ma ha anche un valore in sé, cioè permette di affrontare il colore filosofico.
 
Fare storia della filosofia significa ricostruire i problemi e scoprire la novità dei concetti. Mentre la cattiva storia della filosofia mette in fila i concetti, come se non fossero stati creati, con un’ignoranza totale dei problemi.
 
Un filosofo mediocre non inventa alcun concetto, usa idee già pronte e ha delle opinioni, ma non fa filosofia. Fare storia della filosofia è un lungo tirocinio, in cui si impara e in cui si è veramente apprendisti nel doppio ambito della costituzione di problemi e della creazione di concetti.
Visualizza per la stampa




Aggiungi commento:

Titolo o firma:

Commento: (*) ()





Vedi anche
08/05/2013 10:00
La filosofia non è un sapere umanistico Una riflessione del giovane filosofo Alberto Cartella per scardinare l'unilateralità del pensiero in favore di due modi guardare alla filosofia come si legge Aristotele: comprendendo ciò che pensava e ponendo problemi politici in rapporto al presente

23/04/2013 09:30
L'esercizio della stanchezza La riflessione che ci porta questa settimana il filosofo Alberto Cartella riguarda la rappresentazione come riflesso delle nostre paure: un impulso subitaneo a rispondere alle aspettative che la filosofia può curare con la pazienza di far venire le cose a sé

23/04/2012 11:00
L'università fuori dell'ordine della rappresentazione Riportiamo qui l'approfondimento curato dal fresco laureato in Filosofia Alberto Cartella, che riprende il tema dell'università e della percezione che di essa chi l'ha vissuta e chi la vede come una cosa esterna a se stesso

30/04/2012 10:00
La malattia e il potere medico Nella disquisizione del dottore in Filosofia Alberto Cartella l'approfondimento attorno al concetto di potere medico esercitato come estensione di un potere politico, partendo dalle considerazioni dei filosofi Deluze, Canghuilem, Foucault

05/09/2012 09:45
Viver bene non cercando di risolvere la sofferenza Patendo da un pensiero di Blaise Pascal, la riflessione del filosofo saretino Alberto Cartella gira intorno all'intrinseca fragilità umana e alla sofferenza come capacità di gettare un nuovo sguardo sulle cose, prendendo ad esempio il caso limite dell'anoressia



Notizie da Filosofia
23/03/2020

La quiete dopo la tempesta

Non avrei mai capito veramente cosa sia essere agli «arresti domiciliari», senza la crisi del Covid-19

17/08/2014

Nave, arrivano gli speed check

Verranno posati lungo il tratto di Provinciale che da Nave raggiunge la Mitria. Una decisione che registra anche qualche dissenso

31/05/2014

La seria comicità del rispetto

L’opinione suppone che la gelosia sia la triste conseguenza dell’amore. Ma la gelosia è una finalità, una meta e, se bisogna amare, è per poter essere gelosi

05/05/2014

La competizione degli amanti

Un'acuta riflessione di Alberto Cartella attorno alla muta latente violenza che in ogni rapporto s'insinua e che tutti gli uomini celano con la menzogna del linguaggio

17/04/2014

Il troppo diventa tossico

Alberto Cartella prende in considerazione quel "troppo" che quando diventa squilibrio estremo mette in crisi ogni aspetto della nostra vita

12/03/2014

La difficoltà della leggerezza dell'emozione

Il giovane filosofo Alberto Cartella conduce una profonda riflessione sul nostro quotidiano confronto emozionale, sia esso amicizia o amore. Eppure troppo spesso cristallizzato nel 'non detto'

01/03/2014

Vita e pensiero

Una profonda riflessione del giovane filosofo Alberto Cartella sulla vita come creazione e su quel "granello di follia" che contraddistingue il cammino di ciascuno di noi

29/01/2014

Divenire e realtà

L'analisi di ciò che è divenire, di quell'inquietudine che nasce dall'esperienza e produce coscienza ne post del giovane filosofo Alberto Cartella, pronto a rispondere ai dubbi e alle domande dei lettori appassionati di filosofia

28/12/2013

Educazione e masochismo

Una riflessione sul contratto masochista come espressione non soltanto della necessità del consenso della vittima, ma anche del dono della persuasione, la spinta pedagogica e giuridica mediante la quale la vittima educa il proprio carnefice

23/11/2013

Il gioco dell'amore e altre sciocchezze

Una riflessione che parte dal gioco del fare l'amore per parlare della leggerezza e della distrazione come inestricabilmente legate in un vincolo di opposizione alla pesantezza della vita quotidiana e usate come strumento protettivo

  • Valtrompia
  • Bovegno
  • Bovezzo
  • Brione
  • Caino
  • Collio
  • Concesio
  • Gardone VT
  • Irma
  • Lodrino
  • Lumezzane
  • Marcheno
  • Marmentino
  • Nave
  • Pezzaze
  • Polaveno
  • Sarezzo
  • Tavernole
  • Villa Carcina
  • -

  • Dossier