Il giovane filosofo Alberto Cartella conduce una profonda riflessione sul nostro quotidiano confronto emozionale, sia esso amicizia o amore. Eppure troppo spesso cristallizzato nel 'non detto'
La difficoltà non è appesantire, discutere, ma la difficoltà vitale è vivere la leggerezza. Vivere la leggerezza vuol dire vivere ciò che ci capita.
Concetto ed emozione stanno insieme ma si elidono, cioè non si tratta di concettualizzare l’emozione, ma di lasciarla agire, lasciarsi prendere dall’emozione, cedere alla propria emozione.
Non è una formula ma è la penetrazione di quell’immagine che interrompe lo sguardo. Il dolore è insopportabile in questa interruzione; ma volerla controllare è l’apatia. L’apatia è la razionalizzazione del proprio desiderio. Il pensiero non è la vita.
Allora non si tratta di dire la verità, ma di quanta verità siamo disposti a sopportare. Sono disposto all’ascolto? Sono disposto ad ascoltarti? Sono disposto a mettermi in gioco, a modificarmi? Sono disposto a cogliere il cambiamento? Cosa sento? Cosa sono disposto a perdere?
Non si tratta di un’esercitazione, ma di qualcosa che mi sta a cuore, di ciò che mi preoccupa, della fiducia che non può mai essere assoluta ma che è sempre finita.
Questo vuol dire lasciarsi attraversare dal proprio desiderio, il quale non è la volontà di stare con l’Altro, altrimenti non c’è gioia, non c’è passione. Vuol dire lasciar essere lo spazio dell’Altro, lasciarlo essere in ciò che si perde, nella mancanza, nel vuoto. Si tratta di lasciar essere l’Altro senza imprigionarlo nel dovere. Desiderare la felicità dell’altro insieme alla propria.
Fra l’amicizia e l’amore il confine è quasi impercettibile. Pensare al peggio non basta. L’erotismo del corpo non mente. Si tratta allora di trovare insieme le parole, di stare un po’ male dicendosi ciò che non va bene e non ripetersi come un ritornello esausto che va tutto bene, altrimenti si sta troppo male.
Apprezzare l’Altro che coglie questo invito vuol dire lasciarlo essere nella sua libertà incassando l’evento. Quello che è stato detto qui non basta, no grazie.
Il pensiero è molto importante per me se fa di ciò che non è pensiero la sua più grande intimità.
L’opinione suppone che la gelosia sia la triste conseguenza dell’amore. Ma la gelosia è una finalità, una meta e, se bisogna amare, è per poter essere gelosi
Un'acuta riflessione di Alberto Cartella attorno alla muta latente violenza che in ogni rapporto s'insinua e che tutti gli uomini celano con la menzogna del linguaggio
Una profonda riflessione del giovane filosofo Alberto Cartella sulla vita come creazione e su quel "granello di follia" che contraddistingue il cammino di ciascuno di noi
L'analisi di ciò che è divenire, di quell'inquietudine che nasce dall'esperienza e produce coscienza ne post del giovane filosofo Alberto Cartella, pronto a rispondere ai dubbi e alle domande dei lettori appassionati di filosofia
Una riflessione sul contratto masochista come espressione non soltanto della necessità del consenso della vittima, ma anche del dono della persuasione, la spinta pedagogica e giuridica mediante la quale la vittima educa il proprio carnefice
Una riflessione che parte dal gioco del fare l'amore per parlare della leggerezza e della distrazione come inestricabilmente legate in un vincolo di opposizione alla pesantezza della vita quotidiana e usate come strumento protettivo
Una digressione del filosofo Alberto Cartella sul degradarsi del processo educativo, allorché all'aspetto linguistico non sa porre accanto anche il preminente aspetto visivo, quello legato alla necessità dell'incanto, ossia l'infanzia nello sguardo