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12 Marzo 2014, 09.59

BLOG. L'angolo del filosofo

La difficoltà della leggerezza dell'emozione

di Alberto Cartella
Il giovane filosofo Alberto Cartella conduce una profonda riflessione sul nostro quotidiano confronto emozionale, sia esso amicizia o amore. Eppure troppo spesso cristallizzato nel 'non detto'
 
La difficoltà non è appesantire, discutere, ma la difficoltà vitale è vivere la leggerezza. Vivere la leggerezza vuol dire vivere ciò che ci capita.

Concetto ed emozione stanno insieme ma si elidono, cioè non si tratta di concettualizzare l’emozione, ma di lasciarla agire, lasciarsi prendere dall’emozione, cedere alla propria emozione.

Non è una formula ma è la penetrazione di quell’immagine che interrompe lo sguardo. Il dolore è insopportabile in questa interruzione; ma volerla controllare è l’apatia. L’apatia è la razionalizzazione del proprio desiderio. Il pensiero non è la vita.

Allora non si tratta di dire la verità, ma di quanta verità siamo disposti a sopportare. Sono disposto all’ascolto? Sono disposto ad ascoltarti? Sono disposto a mettermi in gioco, a modificarmi? Sono disposto a cogliere il cambiamento? Cosa sento? Cosa sono disposto a perdere?

Non si tratta di un’esercitazione, ma di qualcosa che mi sta a cuore, di ciò che mi preoccupa, della fiducia che non può mai essere assoluta ma che è sempre finita.

Questo vuol dire lasciarsi attraversare dal proprio desiderio, il quale non è la volontà di stare con l’Altro, altrimenti non c’è gioia, non c’è passione. Vuol dire lasciar essere lo spazio dell’Altro, lasciarlo essere in ciò che si perde, nella mancanza, nel vuoto. Si tratta di lasciar essere l’Altro senza imprigionarlo nel dovere. Desiderare la felicità dell’altro insieme alla propria.

Fra l’amicizia e l’amore il confine è quasi impercettibile. Pensare al peggio non basta. L’erotismo del corpo non mente. Si tratta allora di trovare insieme le parole, di stare un po’ male dicendosi ciò che non va bene e non ripetersi come un ritornello esausto che va tutto bene, altrimenti si sta troppo male.

Apprezzare l’Altro che coglie questo invito vuol dire lasciarlo essere nella sua libertà incassando l’evento. Quello che è stato detto qui non basta, no grazie.

Il pensiero è molto importante per me se fa di ciò che non è pensiero la sua più grande intimità.
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