Ti è mai capitato di guardarti allo specchio, apprezzare ciò che hai visto, e improvvisamente sentire il tuo umore migliorare e la tua energia incrementarsi?
E' la consapevolezza che innesca la chimica del metabolismo.
Ti sei mai trovata in qualche posto, immersa nella natura ad assorbire la bellezza di quello che ti circonda, e ha mai sentito un immediato e profondo senso di rilassamento?
Anche questo è dovuto alla consapevolezza, che agisce sulla fisiologia del corpo.
O ti sei accorta del fatto che, quando sei osservata, sembri agire ed esprimerti con maggiore energia e concentrazione? E' frutto della consapevolezza degli altri che influisce su di te, fino a livello biochimico.
Consapevolezza è presenza.
E' la nostra abilità nell'essere consapevoli di che cosa sia. E' la nostra capacità di provare ciò che la vita sta facendo in questo momento. E quando poniamo consapevolezza nella nostra esperienza alimentare, si viene a creare una magnifica forza metabolica.
Il potere della consapevolezza di catalizzare l'assimilazione delle sostanze nutrienti, la digestione e la capacità di bruciare le calorie sono meglio esemplificate, in ciò che gli scienziati chiamano risposta digestiva della fase cefalica, la CPDR (Cefalic Phase Digestion Response).
Cefalica significa “pertinente alla testa”, quella parte che se sveglia davanti al piatto coglie il piacere, gusto, profumo, soddisfazione e la stimolazione visiva che può offrire un pasto.
In altre parole, è la “fase della testa” della digestione.
Ciò che sorprende è che i ricercatori hanno stimato che dal 30 al 40% di tutta la risposta digestiva a ogni pasto è dovuta al CPDR— alla nostra piena consapevolezza di ciò che stiamo mangiando.
Riesci a rammentare una volta in cui hai visto il tuo cibo preferito e hai cominciato ad avere l'acquolina in bocca o il tuo stomaco ha cominciato a brontolare?
E' la risposta digestiva della fase cefalica. La digestione comincia quasi letteralmente nella testa, appena le sostanze chimiche e i ricettori meccanici sulla lingua e nelle cavità orali e nasali sono stimolati dall'odore del cibo, dal suo gusto, dalle sensazioni trasmesse dalla masticazione e anche dalla sua semplice visione.
Una forte consapevolezza del nostro pasto dà inizio alla secrezione di saliva, acido gastrico ed enzimi.
Inoltre, fa scorrere il sangue negli organi digestivi, induce lo stomaco e gli intestini a contrarsi ritmicamente e provoca l'aumento della concentrazione di elettroliti in tutto il tratto digestivo per prepararsi a ricevere il cibo.
Comprendi che la consapevolezza è il metabolismo.
Dunque, facciamo due calcoli.
Se gli scienziati dicono che dal 30 al 40% della nostra risposta digestiva complessiva a ogni pasto è dovuta al CPDR, se scegliamo di non essere consapevoli del nostro pasto – ossia, se “ci addormentiamo davanti al piatto” e non riusciamo a percepire le sensazioni date dal gusto, dall'odorato, dalla soddisfazione o dall'interesse visivo – allora, metabolizzeremo il nostro pasto con soltanto il 60 - 70% dell'efficienza.
La mancanza di attenzione si traduce in uno scarso afflusso di sangue agli organi digestivi, il che significa meno ossigenazione, e pertanto, un'indebolita forza metabolica.
Con una minor produzione di enzimi nel fegato, diventiamo soggetti all'indisposizione digestiva, ai disordini intestinali, a un calo immunitario e ad affaticamento. Riesci quindi a capire perché la disattenzione ovvero il “sonnambulismo” durante un pasto è una scelta nutrizionale sbagliata?
Ecco le sintesi di un paio di studi scientifici, che illustrano il potere nutrizionale della consapevolezza.
Il primo riguarda qualcosa che si chiama “ascolto dicotomico.”
Ai soggetti del test viene chiesto di concentrarsi, mentre due persone parlano simultaneamente - una persona parla al tuo orecchio sinistro di un viaggio spaziale intergalattico, mentre l'altro chiacchiera nel tuo orecchio destro riguardo alle gioie della pianificazione finanziaria.
Se ti è capitato di ascoltare al telefono, mentre qualcuno in cucina comincia a parlare, come se fossi dotata del superpotere di seguire due conversazioni in una volta sola, allora sai di che cosa sto parlando.
Mentre si trovavano in uno stato di rilassamento, i soggetti del test hanno consumato una bibita con sali minerali.
L'assorbimento è stato misurato nell'intestino tenue relativamente a due sali minerali—sodio e cloruro.
Li hanno assimilati al 100%.
Quando gli stessi individui sono stati esposti all'ascolto dicotomico e poi è stata data loro la bibita nutriente, hanno mostrato un radicale crollo dell'assimilazione di sodio e di cloruro, che è durato fino ad un'ora dopo.
In breve, c'è stato un assorbimento pari allo 0%. Il semplice atto di reagire a due stimoli contemporaneamente ha drammaticamente alterato il loro metabolismo.
In uno studio italiano condotto sulla digestione e sulla stimolazione mentale, è stato mostrato un breve film a degli studenti universitari.
Usando metodi elettrogastrografici (ECG), i ricercatori hanno potuto determinare l'attività di ogni studente, sia prima dell'inizio della proiezione del film sia durante la stessa.
Uno snack mangiato prima dell'inizio del film ha stimolato le normali contrazioni del sistema digestivo.
Ma, con uno snack consumato durante il film, i dati dell'ECG sono precipitati. Questo indica una minore motilità del fegato, che si traduce in un'inferiore produzione enzimatica e in una digestione inefficiente.
Con un'inferiore motilità del fegato, conseguentemente al cibo occorre più tempo a passare attraverso il corpo, il che può provocare l'auto-tossicità, ossia la produzione o il rilascio di sostanze irritabili e velenose nel flusso sanguigno.
Allora, se guardare un film o ascoltare diverse persone allo stesso tempo, può impoverire il tuo potere metabolico, che cosa pensi che accada quando mangi e guardi la TV?
O quando mangi mentre guidi?
O quando mangi mentri lavori alla tua scrivania?
Metabolizzare un pasto è come assorbire una conversazione.
Se tu stessi parlando con un'amica e lei non prestasse attenzione, te ne andresti via sentendoti incompleta e desiderando dell'altro. L'essenza del tuo scambio non sarebbe stato per niente assimilata al meglio. Lo stesso avviene con il cibo.
L'obiettivo di tutto quanto detto non è convincerti a diventare un solitario e noioso eremita, quando mangi.
L'idea è di ricordare a te stesso di dare maggiore attenzione al tuo pasto, non importa che cosa fai, mentre mangi. L'obiettivo è mangiare con il tipo di attenzione, che ci fa godere e celebrare il momento, il cibo, e la preziosità della vita.
Vorremmo sentire le tue opinioni ed esperienze sul potere dell’integratore “C”:
Che cosa ti distrae di più mentre mangi (telefono, famiglia, lavoro, ecc)?
Che effetto ha su di te?
Gianpiero Rossi
Psicoterapeuta presso Studio di Medicina Clinica
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