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13 Settembre 2012, 10.00

Pillole di psicologia

Fare il mammo «spegne» l'eros...

di da www.riza.it
Capita sempre più spesso che in una coppia il padre assuma un ruolo troppo "materno": il rischio è che si spenga l'attrazione fra marito e moglie...
 
Che ci fosse una parziale tendenza all’inversione dei ruoli in alcune coppie si sapeva già da diverso tempo: l’uomo che sviluppa caratteristiche psicologiche tradizionalmente femminili (introspezione, flessibilità), la donna che afferma tratti che si ritengono più maschili (fermezza, polso, affermazione di sé).
È il segno di una trasformazione inevitabile e anzi necessaria a un ulteriore sviluppo della coscienza, sia individuale che collettiva.
Ma che si spingesse fino al rapporto con i figli era meno scontato.
Eppure è ciò che con frequenza sta accadendo: emerge con forza nella coppia con figli la figura del mammo, cioè del padre che svolge un ruolo materno con la prole. Se ciò sia un bene o un male, o entrambe le cose, è difficile dirlo. Quel che è certo è che l’affermarsi del mammo crea nel tempo problemi non trascurabili alla vita di coppia.  
 
Ma chi è e cosa fa il mammo?
Il mammo è un uomo serio e affidabile, con uno spiccato senso della famiglia, che, pur senza rinunciare all’immagine sociale di maschio e di lavoratore, dopo la nascita dei figli dedica ad essi la quasi totalità del suo tempo extra-lavoro, dando presenza, affettività e gesti concreti che di solito sono di competenza femminile.
Con la dedizione, la pazienza e la resistenza alla fatica tipici di una brava madre. Cucina quasi sempre lui – e bene! – accudisce i bambini, gioca tantissimo con loro, li consola, li incoraggia.
Il mammo li veste, li cambia, spesso sa lavare, stendere e stirare, conosce i loro gusti, i rituali, le esigenze e si fa in quattro per soddisfarli, riuscendoci.
Inoltre stabilisce con essi una grande complicità grazie alla quale non deve quasi mai sgridarli e fa da ammortizzatore/mediatore nei rapporti fra loro e la mamma, che sono di solito un po’ spigolosi. E fa tutto questo senza lamentarsi, anzi assumendo talora il tono compiaciuto di una madre ormai esperta, stanca ma contenta di sacrificarsi per i figli.
 
In pratica egli fonde in sé l’uomo moderno (che sa fare anche le cose femminili), la donna della tradizione (che è completamente votata alla famiglia) e la mamma “ideale” (che sa educare e al contempo voler bene).
Teoricamente, per molte donne di oggi così votate alla propria realizzazione professionale e al contempo desiderose di avere dei figli, è l’uomo perfetto. Anche perché è talmente preso da lavoro e famiglia che non è geloso, è paziente e comprensivo.
 
Eppure in molti casi, dopo un po’, le cose nella coppia non vanno: l’eros viene a mancare e la donna non di rado comincia a “guardare altrove”, con forti sensi di colpa verso di lui perché lo giudica irreprensibile.
Perché accade questo? Il punto è che se lui ha potuto fare il mammo è perché una parte di madre è venuta meno.
Può accadere non sia lui da solo ad “invadere il campo”,  ma anche lei che ha lasciato campo libero, magari a causa di un atteggiamento conflittuale verso la maternità.
 
In questi casi sono donne che hanno un forte bisogno di affermarsi in società e sul lavoro, di dimostrare a tutti (ma soprattutto alla famiglia di origine) che valgono quanto e più di un uomo, e non hanno l’elasticità per essere anche una madre dolce e disponibile.
Oppure sono insicure e psicologicamente ancora adolescenti: vorrebbero fare bene la madre ma emotivamente non sostengono la situazione, non riescono a farsi carico completo del ruolo, perciò chiedono un “supplente” che si alterni a loro nella cura dei figli.
L’uomo a sua volta è disponibile a diventare mammo perché ciò si sposa bene con la sua istanza maschile insicura e acerba, che può così non mettersi del tutto in gioco, e al contempo trovare un’identità forte e non criticabile all’interno della famiglia.
 
Tale assetto, che viene raggiunto in modo inconscio e in totale buona fede, fa sì che vengano a mancare le polarità della coppia, o che si invertano: lui sente che lei è il maschio della coppia, ma è appagato dal ruolo familiare; lei sente lui come femminile, come amico, fratello o socio, e non riesce più a desiderarlo sessualmente, e al contempo è detronizzata dal ruolo di madre.
Sono due frustrazioni troppo grandi che, se non risolte, nel tempo la spingono ad aprire una crisi o a cercare soluzioni di compenso che in genere peggiorano il suo stress.
Tuttavia se tra i due c’è amore e se si riesce a riequilibrare i ruoli in tempo è possibile salvare coppie e famiglie da separazioni dolorose.    
 
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