La vera violenza è il divenire altro da sé delle cose, la vera violenza è la fede in quel divenir altro che è il tratto essenziale su cui si fonda ogni altra violazione
Ghignestai: il generarsi e il distruggersi è essenzialmente questo: il divenire è essenzialmente il divenire altro, la morte di ogni cosa.
Si (qualcosa) diventa altro là dove originariamente non si (qualcosa) è ancora altro (qualcosa d’altro da sé).
Io posso venire lì perché innanzitutto sono qui e il lì o il là costituiscono una sorta di barriera che mi trattiene nel mio esser qui è io a mia volta costituisco una sorta di barriera rispetto a ciò che da là vorrebbe venir qui e mettersi al mio posto.
Quindi il divenir altro è, si, divenir l'opposto, ma è anche una tensione originaria per cui ogni determinatezza respinge via da sé il proprio altro e solo in quanto lo respinge via da sé è quella determinazione (qualcosa) che essa è.
Se il contesto costituito da ciò che vi circonda invadesse il luogo in cui vi trovate, voi non ci sareste non sareste, dunque innanzitutto voi siete perché vi opponete, perché siete in opposizione, in tensione, in contesa, in lotta, in guerra rispetto a ciò che è altro.
E proprio per questa tensione originaria è possibile che qualcosadivenga altro di ciò che essa è.
Il senso del divenire implica cioè il senso della lotta, della contesa, proprio perché il divenire è un divenire, e quindi la sequenza è che il divenire è essenzialmente un divenir altro, ma il divenir altro che è possibile è solo in quanto inizialmente c'è un contrapporsi del "questo" e dell'"altro", quel contrapporsi senza il cui conflitto non ci sarebbe e il "questo" e l'"altro".
A questo punto leggere il frammento 53 di Eraclito non dovrebbe più costituire impedimento alcuno.
Polemos è padre di tutte le cose e le une rende dei, e le altre uomini, e le une rende uomini, e le altre schiavi.
Allora ci sono io uomo perché ti argino, mi sto rivolgendo al Dio, perché argino la sua strapotenza e magari mi oppongo.
Si pensi all'inizio del testo veterotestamentario " eritis sicut dii", e li cosa fa Adamo, intende diventare come Dio, occupare il posto di Dio.
Ma ritornando ad Eraclito: la guerra è tensione, contrapposizione, lotta, è ciò che, il verbo usato è poieo, produce e rende liberi gli uni e schiavi gli altri e gli mostra gli uni dei e gli altri uomini.
A questo punto non dovrebbe essere difficile capire la frase già chiara in sé, che alcuni mi hanno chiesto di chiarire, del precedente mio scritto.
La legna diventa cenere.
Ma il pensiero, quando pensa al divenire, pensa che la legna sia (mentre resiste) e non sia(quando non resiste) la legna, pensa che la legna sia la cenere (mentre resiste questa relazione) e pensa che la legna non siala cenere (mentre questa relazione non resiste), che la cenere sia (mentre resiste) e non siala cenere (mentre non resiste) , pensa che la cenere sia la legna contraddittoriamente “producendo” follie e pensando originariamente alla morte di ogni essente, anche quando ad essere quell’essente è il porgere una rosa alla propria amata.
Nelle prossime puntate svilupperemo quindi il pensiero isolante, il pensiero che pensa al divenire altro di ogni essente (ad esempio al divenire altro del pensiero appunto), che può determinare il luogo dove si origina ogni specializzazione scientifica.
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