Il Primo Maggio è comunemente conosciuto come il giorno in cui viene celebrata la festa dei lavoratori. Le celebrazioni avvengono in Unione europea, Russia, Ucraina, Cile, Cina, Svizzera, Messico, Brasile, Macedonia, Turchia, Albania. E ovviamente in Italia. Pochi sanno, però, che l’origine è tutt’altro che continentale, né tantomeno legata a un paese dalla fede comunista
La sua origine va ricercata negli Stati Uniti, alla fine del Diciannovesimo secolo. L’anno è il 1884 e la città è Chicago. Non quindi la New York del 1911, non quindi la risposta al rogo della fabbrica di Triangle Shirtwaist , dove morirono 146 donne, italiane e ebree, perché chiuse dentro dai padroni.
Chicago, “macelleria del mondo” (per via dei mattatoi) e “granaio d’America” (per via delle praterie del Mid West), era in agitazione. Lo erano le migliaia di lavoratori immigrati che lavoravano in condizioni oggi non immaginabili: la media era tra le dodici e le sedici ore lavorative al giorno.
Il malcontento fu guidato dalla Federation of Organized Trades and Labor Unions, che volevano che dal 1 maggio del 1886 le ore lavorative fossero abbassate a otto, pena scioperi generali. Le tensioni tra padroni e operai salirono.
Nel febbraio 1886 i lavoratori della McCormick, importanti produttori di mietitrici meccaniche, iniziarono a scioperare, e in risposta i proprietari chiusero i cancelli e fecero entrare i “crumiri”. Il primo maggio manifestarono tra le 30 e le 40 mila persone, una folla consistente per l’epoca. Nei giorni successivi ci furono scontri tra operai dentro e fuori la fabbrica, e due morti, uccisi dalla polizia .
Gli scontri e le tensioni presto si diffusero in tutto il mondo, e le rivendicazioni furono fatte proprie e diffuse grazie all’impegno dell’Internazionale Socialista, che ufficializzò la festa durante la Seconda Internazionale a Parigi nel 1889. In Italia fu ratificata due anni dopo.
Durante il Fascismo, Mussolini soppresse la festa e ne istituì una alternativa: la Festa del lavoro italiano, celebrata il 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma.
La festa viene ripristinata nel dopoguerra, ma viene subito insanguinata. E’ il Primo Maggio del 1947 e a Portella della Ginestra, alle porte di Palermo, si compie una strage: il bandito Salvatore Giuliano e la sua banda uccisero undici dei duemila lavoratori in festa, e ne ferirono una cinquantina, sparando sulla folla.
Anche nella Germania post regime nazista e nella Berlino divisa in due le tensioni non furono poche.
In Russia, il tenore dei festeggiamenti era ovviamente tutt’altro. Bambini che accorrono da Kruscev, a Mosca, fiori regalati ai dirigenti comunisti, la Piazza Rossa gremita.
In Italia, dal 1990, anno della sua prima edizione, la festa è diventata anche sinonimo di “concerto”. Organizzato dai sindacati CGIL, CISL e UIL, si svolge in piazza San Giovanni, e viene trasmesso in diretta sulla Rai.
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