Forse non tutti sanno che molti anni fa, in occasione di un campo Scout, il futuro Presidente del Consiglio soggiornò alcuni giorni a Carvanno
Carvanno è la più piccola e graziosa frazione di Vobarno, a quasi seicento metri di altitudine, con vista sul lago di Garda, popolata oggi da ben ventitre abitanti.
Fu in quella circostanza che conobbe, tra gli altri, il mio amico Piere, e il mio amico Piere adesso è amico del Presidente del Consiglio. “Oh, Piere, ci saluterai ancora?”.
Il mio amico Piere è un compagno speciale, e di lui ho narrato molte vicende nei miei racconti.
E’ buono come il pane, anzi di più, generoso e sincero, ed io credo che conosca almeno la metà degli abitanti della provincia di Brescia. Fai una gita con gli amici in Valcamonica e: “Ciao Piere!”; vai nella “bassa” e succede la stessa cosa: “Oh, ciao Piere”; in estate cerchi di prendere un po’ di fresco a Belprato o a Barbaine e ancora: “Ciao Piere!”…
Ci conosciamo sin da bambini, e ancora più in là, nel tempo, l’amicizia ha coinvolto i nostri genitori e i nostri nonni, oltre ai nostri figli (ricordo con nostalgia le esclamazioni della mia mamma e del mio papà, i quali, riferendosi a loro, dicevano con enfasi: “Quella è una famiglia ‘Santa’!”).
Quanti giochi abbiamo fatto insieme, quante avventure e che bei ricordi conservo! Per il mio amico Piere sarei disposto a perdere un braccio, anzi, dirò di più, anche una porzione di pancia, fino a quindici o venti chili. Piere è affettuoso ed entusiasta, sensibile e altruista e vuole condividere con gli amici tutto ciò che lo appassiona, spesso e volentieri anche in Facebook.
Se, ad esempio, in un impeto emotivo volto a celebrare la memoria del grande Martin Luther King, gli scappasse detto: “I have a drink”, anziché “I have a dream” (“Io ho un sogno” pronunciato in un memorabile discorso davanti al Lincoln Memorial di Washington nel 1963), io mai e poi mai mi permetterei di renderlo pubblico.
Ovviamente capirete che si tratta di pura fantasia, un paradosso, insomma: quando mai potrebbe avverarsi una “ferloccata” del genere?
Ma torniamo al futuro “Capo del Governo”.
Farà bene il giovane fiorentino? Io credo che farà del suo meglio e, soprattutto se sarà attorniato da giovani e in particolare da molte donne, riuscirà a portare una ventata di aria fresca e nuove speranze; insomma, io posso e voglio fidarmi, perché il prossimo Presidente del Consiglio è amico del mio amico Piere, e se farà qualche fesseria, il mio amico Piere gli manderà una mail e lo richiamerà all’ordine: “Oh, ti ricordi quando eri a Carvanno?”.
E non mi stupirei se al giuramento, davanti al Presidente della Repubblica, alzasse la mano destra richiudendo il pollice sul mignolo, alla “Scout”: il più grande protegge il più piccolo.
Se il suo comportamento si baserà su questo principio, potremo stare tranquilli.
Io non so se il mio amico Piere mi saluterà ancora, dopo la pubblicazione di questo racconto; se questa sciagura dovesse avvenire, tutti i giorni andrò in processione a casa sua, bussando alla sua porta, perché io non posso fare a meno della sua amicizia; ogni mattina gli suonerò il campanello, gli porgerò un vassoio di brioches ancora fumanti e attenderò fiducioso.
Non importa se Piere verrà ad aprirmi e, assonnato, dopo essersi appropriato delle brioches, mi ringrazierà distrattamente, come se niente fosse, per poi richiudermi la porta in faccia.
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Dal 1996 al 2010 ho compiuto per lavoro numerosissimi viaggi all’estero. L’avvenimento curioso e singolare che voglio narrare oggi è avvenuto la sera del 16 marzo 1998 nella sala d’ingresso dell’Hotel Bucuresti, a Bucarest