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09 Ottobre 2013, 09.30

Terza pagina

La pazza folla ci salverà

di LoStraniero
Nel mio articolo dal titolo "Il cacciatore cieco", pubblicato su queste pagine qualche settimana fa, affermavo che per prendere le decisioni giuste bisognerebbe prevedere il futuro...

L’uomo non è però capace di prevedere il futuro e perciò quando è costretto a decidere si comporta generalmente come un cacciatore che spara a casaccio.
 
Alcune organizzazioni, per attenuare l’incertezza derivante dalla crescente complessità di questo mondo in cui sono costrette a decidere e a operare, quando non si rivolgono ai maghi o ai guru di turno, interpellano i cosiddetti “esperti”.
La ricerca ha dimostrato che questi esperti non ne indovinano una. Questo perché anche gli esperti sono uomini e gli uomini non sono capaci di prevedere il futuro.
E’ un limite della natura.
 
Decidere a caso o decidere secondo gli esperti è la stessa cosa: le probabilità di successo sono le stesse, solo che gli esperti costano un sacco di soldi.
Infatti, nei bilanci di queste organizzazioni, le spese di consulenza rappresentano una percentuale sempre più alta sul totale della spesa, anche quando non nascondono tangenti.
Gli esperti sono capaci solo di elaborare informazioni, non di prevedere il futuro.
 
E allora cosa possiamo fare?
Dobbiamo arrenderci di fronte alla necessità di dover decidere in condizioni d’incertezza senza alcun ausilio? Dobbiamo sparare alla cieca?
Forse un aiuto esiste: affidarci alla “intelligenza della folla”.
Le ricerche hanno dimostrato che esiste una specie di saggezza collettiva in grado di produrre decisioni migliori di quelle generate da piccoli gruppi di specialisti.
 
A questa strategia è stato assegnato il nome di “Crowdsourcing” e il giornalista americano James Surowiecki ci ha scritto un libro dal titolo “La saggezza delle folle”.
In sostanza, dato un problema complesso, sulla sua soluzione si decide di interpellare un gran numero di persone tramite le nuove tecnologie informatiche (Internet e altre reti).
La soluzione indicata dalla maggioranza delle persone interpellata è migliore di quella proveniente dal gruppo di esperti.
 
Spesso le persone facenti parte del gruppo di esperti s’influenzano a vicenda e perciò non è vero che le opinioni sono indipendenti le une dalle altre, mentre quelle provenienti dalla “folla” sono libere.
 
James Surowiecki cita il caso del sommergibile statunitense Scorpion che nel 1968 scomparve nell’Atlantico settentrionale.
In casi del genere si forma un gruppo di esperti e lo si fa ragionare sulle varie ipotesi per la ricerca del sottomarino scomparso, ma l’ufficiale John Craven seguì un metodo diverso.
Interpellò singolarmente un gran numero di persone di mare su vari scenari da lui elaborati, senza che queste persone potessero discutere insieme sugli scenari proposti.
 
Dall’analisi delle risposte riuscì a localizzare molto da vicino la zona in cui era finito il sommergibile.
Un altro esempio di questa strategia è Wikipedia, ma ce ne sono molti altri nei quali molte persone non esperte vincono su poche persone esperte: insomma la quantità vince sulla qualità.
 
A me la pazza folla è simpatica perché è capace di trovare soluzioni che si rivelano molto più geniali ed efficaci di quelle dei costosi e sussiegosi pseudo esperti professoroni.
 
LoStraniero
 
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