In politica non si possono usare termini che danno immediatamente il senso di ciò che si vuol dire, l'imperativo è sfumare. Imparerà a sue spese anche il giovane sottosegretario.
I termini usati in momenti diversi hanno subito lo stesso trattamento, da una classe politica ipocrita e auto assolutoria.
I problemi esposti, forse in modo provocatorio, sono reali e necessiterebbero di approfondimento, ma è più comodo difendere il mal andazzo imperante, gli stereotipi più biechi e accusare i malcapitati di qualunquismo che prendere misure adeguate.
In questo destra, sinistra e parti sociali trovano immediatamente l’accordo.
Spacciare per difesa dei lavoratori tutte le forme di inefficienza dell’amministrazione pubblica compreso l’assenteismo, nascondere la disoccupazione dietro un improbabile impegno negli studi, vivere in famiglia non sempre per bisogno, ma per comodità e irresponsabilità, sono questioni che ogni governo, lungimirante e responsabile,dovrebbe affrontare.
I tre che si sono espressi, da impolitici, sulle parole contestaste, non hanno nulla in comune se non la franchezza, dote insopportabile per chi fa della doppiezza uno strumento di lavoro.
Il termine bamboccione è sfuggito al rappresentante del “centro-sinistra” Padoa Schioppa: indicava quei giovani che ritardano l’uscita dalla famiglia per farsi una vita propria.
Quello di fannulloni è di “centro-destra” coniato da Brunetta per stigmatizzare la carriera dei pubblici dipendenti super garantiti e non soggetti a valutazioni di produttività.
Il più recente è lo sfigati del "governo-tecnico" del vice ministro Michel Martone che, in un eccesso di fiducia in se stesso, cosi definisce chi “sverna” all’università.
Una laurea qualunque a qualsiasi età fa “status simbol” ed è ciò che desiderano i ricchi per i loro figli.
Ma è pregevole anche per i figli del 68 che finalmente tra femminismo e terrorismo hanno scoperto la terza via per i loro rampolli: quella dell’opportunismo.
Questa tradizione pre-illuminista e classista non è più appannaggio della sola destra, la distinzione tra le due culture, quella tecnica che porta al lavoro manuale, non fa niente se ben retribuito e specializzato e quella umanistica del “dottore” piccolo borghese che non si sporca le mani, sono tuttora imperanti e chi si azzarda a contestarle si prende i rimbrotti del paese intero.
Il disprezzo per il lavoro manuale e la sottovalutazione per la cultura tecnico-scientifica sono tra le cause principali della perdita di competitività del nostro paese.
Negli anni tra le due guerre un astronomo dilettante Bresciano, Giovanni Paneroni nato a Rudiano, percorreva la città e la provincia, con il suo carretto da gelataio, al grido: “la terra non gira o bestie!”
Tre casi esemplari quelli che in nome della difesa dell’ambiente e del territorio hanno visto trionfare l’immobilismo e condannare la ricerca di fonti energetiche alternative e rinnovabili..
Vanta titoli che non possiede, spaccia Master per Dottorati, è laureata in filosofia e non in fisica; è il duro attacco del giornale americano “New Yorker” alla passionaria indiana della lotta agli OGM. Dipinta come una ciarlatana non scientifica
Su serie questioni di risparmi e di produzione di energie alternative, che non dovrebbero vedere fronti contrapposti, si innescano polemiche strumentali sull’uso disinvolto di due parole: biologico ed ecologico
Entrambi i termini dovrebbero avere connotazioni negative, tanto da essere il più delle volte assimilati, ma Claudio Magris sul “Corriere della Sera” salva gli egoisti e condanna gli egocentrici
Fare bene le cose senza pretendere l’ottimo e la perfezione è la morale di questo aforisma di Voltaire. Perché e’ impossibile vivere nel migliore dei mondi, si può solo “coltivare il nostro giardino”
«… Il 22 Giugno 1974, al settantottesimo minuto di una partita di calcio, sono diventato comunista…il risultato non contava, la questione di principio era battere quegli altri per dimostrare una volta per tutte chi fosse il più forte…»
Spianare le montagne è stata nei secoli l’aspirazione dell’uomo. Poeti e bambini sono di parere diverso: “sempre caro mi fu quest’ermo colle…” è l’incipit del poeta; favole e ricordi più belli dei bambini, hanno sempre a protagonisti boschi e montagne
Si è votato in tutta la valle e la maggior parte delle amministrazioni uscenti è stata riconfermata. Il cappello sulla vittoria di Nabaffa a Idro, l’hanno voluto mettere quelli che si autodefiniscono: “I salvatori del lago”. Chissà se questo porterà fortuna al Sindaco?