Dopo del tempo passato a documentarsi e conoscere la tragica storia della diga del Vajont, alcuni ragazzi di Lodrino hanno potuto visitare in prima persona i luoghi dove in così tanti hanno perso la vita
Un viaggio istruttivo, che ha fatto riflettere e che fissa nelle menti dei giovani partecipati una pagina di storia incancellabile per tutti, quella della tragedia del Vajont, avvenuta il 9 ottobre del 1963 e conosciuta dai ragazzi grazie anche a film e documentari di cui hanno preso visione prima di visitare la sfortunata cittadina di Longarone.
Anche solo fermarsi, guardare in alto e vedere la stretta montagna che porta alla diga, ricordando le immagini di quello stesso luogo, prese da documentari e testimonianze,ha sicuramente portato i ragazzi a riflettere sulle proporzioni sia del disastro scatenatosi su Longarone, sia del terrore che deve aver attanagliato quanti vi si trovavano.
A seguire, i ragazzihanno fatto una breve visita anche alla diga stessa, ancora integra e conservata, forse come monito, forse per ricordare che, nonostante la solidità, la tecnica e l’ottima fattura, la natura vince sull’uomo e sul suo orgoglio sempre e comunque.
I giovani lodrinesi, poi, per combattere il caldo, hanno fatto un breve tuffo nelle fredde acque del Cellina, per poi incamminarsi verso la casa vacanze che li avrebbe ospitati per la notte, immersa nel verde e nella tranquillità, dove i ragazzi, dopo una giornata impegnativa, anche a livello mentale, si sono potuti sfogare e divertire.
La mattina, dopo la tappa nella città di Bellunoe la santa messa, c’è stato il rientro a Lodrino, un viaggio tranquillo che ha visto, forse, il ritorno di ragazzi un po’ più maturi e consapevoli di quelli che erano partiti
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