Speriamo diventi abitudine salire alla Rocca nel mese di settembre per poter godere di mostre ed eventi che hanno dello straordinario. Per rimanere svegli e vigili nell'incedere verso il nostro tempo.
Sono andata alla presentazione della mostra dell’artista Abele Flocchini per rinnovare quell’emozione di scalare La Rocca ancora dopo il potente ricordo della mostra in occasione del decennale mariano dello scorso anno.
Non immaginavo lontanamente di rimanere incastrata nell’incanto del legno che prende somiglianze umane, si fa maschera e gioca lo scorrere della vita imitando popoli, geografie e tempi come su volti umani.
Ci sono opere grandiose in cui enormi pezzi di legno sono incisi di maestria e virtuosismo di sgorbie a significare asprezza e disprezzo della codardia nella battaglia del vivere altre più piccole che hanno catturato più forte la mia attenzione.
Ho capito dopo perché, c’erano imperfezioni del legno che richiamavano intenzionalmente a cicatrici e lacrime e pieghe che sono rubate al volto umano, il modello che qualsiasi arte ruba per trasformare in anima il suo prodotto.
Le curve sinuose di sopracciglia che scendono fino alle ali del naso, gli zigomi forti e le luci hanno poi rivelato la parte bassa delle maschere lignee dove non erano labbra ma guardando di lato potevi pensare a enormi bocche spalancate in un urlo lungo tutto il tempo millenario delle nostre inutili battaglie.
Maschere ed elmi di vittoria e di sconfitte atroci, di eroi e di perdenti attraversate e plasmate senza dimenticare di rendere la trama come di sottilissime rughe che si infittiscono sul retro in capigliature intrecciate a equilibrare e arricchire d’eleganza l’opera.
Per trasformare un pezzo di legno a far parlare l’anima ci vuole una grande attenzione, Pinocchio era una favola ma qui si tratta di essere svegli per ringraziare l’artista delle emozioni che ha donato.
Cosa produce il passaggio di stagione quando luci e temperature sono fuori dalla norma? L'estate mancata nella valle che eco lascia nelle nostre anime?
La matematica è un'opinione, così per tanti anni ho difeso il mio punto debole. Bastava però un insegnante che mi avrebbe chiarito cosa ancora potevo recuperare dalle mie difficoltà
E' un rischio ammettere la nostra inadeguatezza ad affrontare i tempi attuali, ma forse l'unico modo per prenderci una responsabilità nei confronti di aspettative altrimenti illusorie