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Giuliana Franchini
Psicologa, psicoterapeuta infantile, autrice di libri sulla relazione educativa e favole per aiutare i bambini a crescere bene
Giuseppe Maiolo
Psicoanalista e docente di Educazione alla sessualità all''Università di Bolzano. Si occupa di formazione dei genitori e di disagio giovanile
Officina del Benessere, Puegnago, tel. 0365.651827
 
 




27 Gennaio 2015, 08.00

Genitori&Figli

La società omofobica

di Giuseppe Maiolo
Ha fatto clamore la sentenza della Corte di Cassazione di qualche giorno fa, che ha definito “omofobico” il comportamento reiterato di un’amministrazione pubblica nei confronti di un ragazzo che si era dichiarato omosessuale

Fa però altrettanto clamore il fatto che ci siano voluti 14 anni per arrivare a questa giudizio. Il al di là di qualsiasi altra lettura fa capire che l’omofobia ha radici profonde non solo nella nostra cultura ma anche nella psiche degli individui.  Non si sradica con facilità la paura del diverso. Al contrario ha libera circolazione l’intolleranza, l’aggressività delle parole e la violenza degli atti verso chi, per il suo orientamento sessuale, consideriamo diverso e  pericoloso al punto tale da negargli l’uso della patente di guida.

Nonostante la vantata liberazione sessuale, viviamo ancora immersi in una densa e diffusa cultura medioevale che alimenta la violenza e il disprezzo e si ciba di pregiudizio. A dispetto di ogni illusorio progresso della mente, la paura di ciò che non corrisponde ai nostri vantati valori, dilaga nella coscienza collettiva e contagia un po’ tutti come un virus.

Viviamo un tempo di diffusa ipocrisia, che più o meno fa dire “Non ho nulla contro i gay, ho molti amici che lo sono”, con il quale scambiamo la tolleranza con l’indifferenza. Solo quando vengono emesse sentenze come quella dell’altro giorno, forse riusciamo a percepire quali forti resistenze ci portiamo appresso un po’ tutti e quali paure affollano la nostra mente.

Sembra così del tutto inutile ribadire che la Comunità scientifica da tempo ha tolto dalle patologie l’orientamento omosessuale. Eppure, purtroppo, c’è ancora chi anche tra gli psicologi e gli psichiatri, come il clinico americano Joseph Nicolosi, sostiene che l’omosessualità sia un disturbo mentale e come tale vada curato.

Personalmente non credo ci sia solo la paura della diversità che alimenta l’aggressività e la violenza. Penso che alle radici del comportamento omofobico vi sia ancora un magma indifferenziato di sentimenti che non si sono potuti evolvere perché è mancato un percorso educativo e l’accompagnamento a far crescere l’empatia con lo sviluppo e l’individuazione psichica.

Chi si accanisce contro l’omosessualità, ma in genere contro tutte le diversità, di solito non ha avuto a fianco qualcuno che con amorevole attenzione lo aiutasse a sviluppare alla conoscenza di se stesso, del proprio mondo emotivo e delle proprie parti oscure. Per queste persone di solito è stato carente l’ascolto delle emozioni e dei sentimenti propri e altrui con cui è possibile percepire l’altro e i suoi vissuti.

Dal fallimento del processo educativo può nascere e proliferare l’intolleranza nei confronti di tutto ciò che non riusciamo a comprendere e non sappiamo condividere.  La paura dell’altro che è diverso da noi, nasce all’interno del pensiero unico che polarizza la coscienza e mette distanza.

Se ha dominato, come continua a dilagare in questi nostri anni, il motto “fatti gli affari tuoi”, questo atteggiamento della mente, favorisce un esasperato egocentrismo che produce indifferenza e incrementa l’idea che ognuno debba realizzare il proprio personale tornaconto.
Più è elevato questo bisogno e più si mette in azione un meccanismo di difesa come la proiezione che sta alla base del pregiudizio e dell’intolleranza, tipica dell’omofobia.
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