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02 Luglio 2013, 09.30

Teatro in quota

Sull'Adamello con «Passi nella neve»

di Davide Vedovelli
È stato presentato la scorsa settimana il programma di una tra le più suggestive manifestazioni che si svolgono in Provincia di Brescia in questa estate 2013

 

Torna anche quest’anno sull’Adamello “Passi nella Neve”, letture di brani inerenti la guerra che si svolgono in montagna, nel teatro naturale di quella Grande Guerra che è costata la vita a migliaia di soldati. Tre appuntamenti suggestivi e totalizzanti, a cui per assistere è necessario mettersi gli scarponi da montagna, la sveglia alle 5 di mattina e salire su quelle vette dove ora regna la pace e il silenzio, ma in quegli anni erano i colpi di mitragliatrice ad accompagnare la vita in trincea dei soldati.
La particolarità dei luoghi scelti per queste letture sono volutamente “scomodi” - ricordano gli organizzatori – perché non diventi una passeggiata ma sia una vera e propria salita in montagna, ma fidatevi, ne vale davvero la pena.

Il primo appuntamento si terrà domenica 21 luglio presso le Bocchette di Val Massa (2504 m) - Temù (Bs) trinceramenti bellici. Protagonista Pamela Villoresi che leggerà “Basta un giorno di sole” da Con me e con gli alpini, di Pietro Jahier.
Con me e con gli alpini è un racconto-diario davvero unico. Tra squarci lirici e momenti accorati, narra, quasi anticipando alcuni dialoghi tenente-truppa del Sergente nella neve, la vita al fronte tra il marzo del 1916 e il luglio del 1917. La disposizione cronologica degli eventi, spezzata da considerazioni morali, da momenti di versificazione poetica e altri di asciutta prosa, fa emergere, chiarissima, la posizione di Jahier sull’esperienza che accomuna la sua sorte con quella degli altri alpini. Anche di grado inferiore, uomini rudi ma generosi e leali, segnati dalla forte appartenenza al gruppo, essi vivono l’insensata tragedia a cui vanno incontro con incertezze, dubbi e rifl essioni talora laceranti: perché alcuni sono chiamati a lavorare e guadagnar sulla guerra, e altri a morire? Una concezione (come scrive Ermanno Paccagnini nella presentazione) ben lontana dalle visioni estetizzanti da guerra-festa di Papini, Marinetti o D’Annunzio, che vedono la guerra come “sola igiene del mondo”, da amare “con tutto il nostro cuore di maschi”, “un caldo bagno di sangue nero” da assaporare “da buongustaio”. Una visione, quella di Jahier, che, considerando “l’utilità” della guerra solo in funzione della libertà, della giustizia e della pace futura, costò all’autore, durante il fascismo, la carriera lavorativa e al suo libro un oblio ventennale. Al termine presentazione storica sulla Guerra Bianca e visita guidata ai trinceramenti bellici a cura di Walter Belotti presidente del Museo della Guerra Bianca in Adamello. La partecipazione allo spettacolo è consentita ai possessori del coupon gratuito.

Secondo appuntamento domenica 4 agosto presso la Piana del Montozzo Rifugio Bozzi (2475 m) a Ponte di Legno (Bs) trinceramenti bellici. Protagonista Fabrizio Bentivoglio con il testo “Albe di fango”, da Trincee - Confidenze di un fante, di Carlo Salsa.

Anche Trincee, nudo diario più che romanzo, subì durante il fascismo la sorte di altri scritti-verità sulla Grande Guerra. La narrazione, pacata, ironica ma tragicamente cruda che costituiva un’accorata denuncia dell’orrore della guerra, mal si conciliava infatti con la retorica nazionalista e con il mito della “vittoria mutilata”. Quella di Carlo Salsa è una “verità” che, fuori da ogni celebrativismo, si nutre dell’esperienza pienamente vissuta, in quindici mesi ininterrotti, tra il fango e i reticolati, dove si muovono, sospesi tra animalità e lirismo, strani esseri, “curvi sotto i tabernacoli dei teli di tenda e delle coperte inzuppate che si sono costruiti come delle zattere di sacchetti e di rottami su cui sedere. Ed eccoli lì, tutto il giorno, flagellati dalla pioggia, addossati gli uni agli altri, con i piedi immersi nella fanghiglia, come statue di creta non ancora dissepolte”. Ma dentro queste pagine, la sua antologia di morti o moribondi si mescola con lampi profeticamente ironici: “qui ci verranno dopo la guerra a fare la gita di ferragosto. E raccatteranno le nostre ossa come portafortuna. Verranno anche ad inaugurare i monumenti e il più famoso imboscato farà il discorso e tirerà in ballo tutto l’armamentario della professione. Poi andranno tutti a Gorizia e ci faranno sopra una bella scorpacciata”. La partecipazione allo spettacolo è consentita ai possessori del coupon gratuito.

Terzo ed ultimo appuntamento l’11 agosto alla Piana dell’Angelo Corno d’Aola - Ponte di Legno (Bs), nei pressi del Rifugio Petit Pierre (1920 m). Questa volta la lettura verrà affidata a Beppe Rosso e si tratta di “Solitudine”, uno spettacolo dal teatro partigiano di Beppe Fenoglio adattamento drammaturgico di Filippo Taricco e Beppe Rosso, una produzione ACTI Teatri Indipendenti con il sostegno del Sistema Teatro Torino e Provincia con la collaborazione della Fondazione Ferrero di Alba.
Solitudine porta alla luce e intreccia scene e frammenti di quel teatro partigiano a cui Fenoglio, spinto dalla passione per la scena, dedicò l’ultima parte della sua produzione in una prospettiva che mai prima aveva percorso. Il partigiano e la sua condizione durante lo sbandamento dell’inverno del ’44, diventa problematica, il disagio si fa dramma per il nascere delle paure di questi giovani combattenti, pur nella tensione verso la “giusta causa” e l’inderogabile “scelta” fatta. Il partigiano cessa di essere un eroe epico e mostra la sua condizione caratterizzata dalla perdita delle coordinate morali e dalle ambiguità dei comportamenti. La scena si popola di personaggi mitici, tragici, sarcastici, irrisolti nelle loro contraddizioni, inconciliabili con il mondo, tremendamente umani nella solitudine. Quella del comandante partigiano che conosce il suo dovere di militare e sa di risultare odioso alla popolazione; quella quasi animale di Sceriffo, che non resiste nascosto, e ha bisogno di sentir la voce di una donna. Ma anche la solitudine del mugnaio, che non riesce a far sorridere la moglie, né ad imporre il buon senso ai giovani partigiani. Beppe Rosso è l’artista che meglio ha saputo interpretare le atmosfere e i personaggi dello scrittore piemontese, anticipando un meritato ritorno di interesse per un autore dalla scrittura dura e asciutta, dalle ambientazioni brutali e commoventi, che dopo un periodo di marginalità è ora considerato uno dei principali autori del ‘900 italiano. La partecipazione allo spettacolo è libera.

Tutte le informazioni inerenti il ritiro dei coupon gratuiti, i luoghi della manifestazione, come arrivarvi, i sentieri e il grado di difficoltà e l'attrezzatura le trovate sul sito che sarà on line tra pochi giorni. Trovate comunque tutte le informazioni anche andando sulla pagina www.spaccadischi.wordpress.com e aprendo l'allegato.

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