La storia ci dice che tutto è già successo, corriamo in tondo a centrifugare le nostre paure ma il progetto di vita si svolge anche quando ci sentiamo tirati indietro
La tensione dei nostri giorni adesso ha un’identità: un governo difficile da impostare, la crisi che incalza, il Papa che lascia il suo incarico.
Un po’ come trovarsi nel bosco dove Pollicino viene abbandonato dai genitori, lui ha il cuore rotto ma i sassolini per ritrovare una strada.
Di fronte a tante incertezze il marzo pazzerello ci tormenta coi dispetti di gelate rapide e sbuffi di temperature più miti portate gentilmente da un refolo d’aria che fa vibrare le lenzuola appese al filo.
Quando tutto si rabbuia di grigio qualche corvo si schiarisce la voce volando indolente, quando il sole arriva una classe di passerotti s’invola con un frullio di danza in fondo al giardino a far dispetto ai gatti.
La caccia è sospesa e la frenesia volatile è tutta presa a ricostruire un nido, a trovar bacche e foglie vecchie dove accogliere i prossimi nati.
La luce è più lunga, si spalma in velo sottile a ricordare qualche mestiere in più per preparare la primavera.
La stanchezza intorpidisce i nostri sensi ma si sa che niente può nascere senza travaglio e dolore.
Allora guardiamo cosa deve ancora accadere, lasciamo svaporare le delusioni, magari troviamo in fondo alle tasche i sassolini per tracciare alle nostre spalle la strada da ritrovare.
Cosa produce il passaggio di stagione quando luci e temperature sono fuori dalla norma? L'estate mancata nella valle che eco lascia nelle nostre anime?
La matematica è un'opinione, così per tanti anni ho difeso il mio punto debole. Bastava però un insegnante che mi avrebbe chiarito cosa ancora potevo recuperare dalle mie difficoltà
E' un rischio ammettere la nostra inadeguatezza ad affrontare i tempi attuali, ma forse l'unico modo per prenderci una responsabilità nei confronti di aspettative altrimenti illusorie