La medicina sceglie i suoi pazienti, l'arte i suoi spettatori, un'attrice nel suo spettacolo teatrale ha rivelato con la poesia la cura dell'anima
E’ difficile impegnare il neurone di un quindicenne a traslarsi nei piani confusi della nostra epoca, eppure mio figlio da due giorni è estasiato come dentro il turbamento che spiega la vita: tutto perché ha partecipato ad uno spettacolo con la scuola da cui si aspettava una prevedibile tiritera in forma di lezione camuffata.
Invece la parola è diventata poesia, si è vestita di aria acqua fuoco e terra e si è mescolata in quel garbuglio imprevedibile dell’adolescenza, lo stupore della nascita ha inventato un pubblico scomodo a diventare improvvisamente consapevole e un’attrice ha donato il silenzio che centinaia di ragazzi cercano per mettersi in ascolto.
Io non so come dire grazie a quell’umile artista, so cosa smuove l’arte e vorrei tanto che arrivasse una eco dell’incantesimo che si è creato, perché nutre il domani.
Oggi è arrivato con le orecchie assordate da un esperimento con le cuffie a sfondare i timpani, stravolto da un viaggio travagliato dal virus che svuota lo stomaco di un suo compagno, eppure lavate le mani e armato di forchetta è uscito col nome dell’attrice che da ieri gira nel suo cervello, è in buona compagnia e tutto diventa sopportabile.
Cosa produce il passaggio di stagione quando luci e temperature sono fuori dalla norma? L'estate mancata nella valle che eco lascia nelle nostre anime?
La matematica è un'opinione, così per tanti anni ho difeso il mio punto debole. Bastava però un insegnante che mi avrebbe chiarito cosa ancora potevo recuperare dalle mie difficoltà
E' un rischio ammettere la nostra inadeguatezza ad affrontare i tempi attuali, ma forse l'unico modo per prenderci una responsabilità nei confronti di aspettative altrimenti illusorie