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Giuliana Franchini
Psicologa, psicoterapeuta infantile, autrice di libri sulla relazione educativa e favole per aiutare i bambini a crescere bene
Giuseppe Maiolo
Psicoanalista e docente di Educazione alla sessualità all''Università di Bolzano. Si occupa di formazione dei genitori e di disagio giovanile
Officina del Benessere, Puegnago, tel. 0365.651827
 
 




03 Luglio 2013, 09.00

Genitori&Figli

In vacanza con i figli

di Giuliana Beghini Franchini
Di questo periodo, andare in vacanza e sospendere l'attività per un periodo di sano relax, è una cosa normale. Ma più ancora utile per tutti
 
La famiglia in ferie ritrova ritmi diversi da quelli quotidiani. Più ancora si ritrova, si incontra, si avvicina.
Almeno così dovrebbe essere. In vacanza c’è il tempo per rigenerarsi e divertirsi ma anche per un dialogare meno frettoloso e concitato.
Un tempo per parlare ed ascoltare con calma e partecipazione.
 
Con i figli allora l’occasione è preziosa: poter essere insieme, godere di un tempo “costruttivo” e uscire dalla routine che spesso ci porta solo a “vivere accanto”. Distrattamente.
È importante allora giocare con i bambini, coinvolgersi nelle loro iniziative e coinvolgerli nelle nostre cose, come programmare insieme un’escursione o una gita.
 
Dovremmo, viceversa, evitare di riprodurre quella quotidinaità di rapporti tipica della vita in città.
Un esempio per tutti: vedere meno televisione.
Perché, sembrerà strano, ma anche in vacanza la TV continua a farla da padrona, o meglio, da baby sitter!
 
Una recente ricerca ha infatti dimostrato una volta di più, se mai ce ne fosse bisogno, che il 71% dei bambini italiani, anche nei luoghi di villeggiatura con la famiglia, trascorre più o meno 6 ore davanti alla televisione! Inutile dire che questo “parcheggio” quotidiano e persistente dei bambini davanti al piccolo schermo, mette in evidenza un tratto inaccettabile della nostra distratta società e un aspetto trascurante della famiglia.
 
Certo andare in vacanza con i figli, soprattutto se piccoli, è un impegno che richiede programmazione e preparazione.
Ad esempio, i bambini andrebbero informati su quello che sarà il viaggio, sul tempo, sul luogo del soggiorno e sulle cose che si potranno fare una volta arrivati.
 
Più li prepariamo e più riusciranno ad adattarsi e ad accettare gli imprevisti.
Questi se di solito infastidiscono gli adulti, figuriamoci se non disturbano i bambini che sono meno flessibili e hanno meno esperienze a cui far riferimento.
 
Poi forse varrebbe la pena ricordarsi che, a differenza dei grandi che intendono le ferie come un periodo di riposo e di inerzia totale, i bambini anche in vacanza continuano a restare attivi e spesso lo diventano ancora di più.
Pensare che un bambino goda come noi l’estasi di un tramonto o il piacere di una spiaggia deserta, è fuori luogo.
 
Egli ha bisogno della compagnia dei coetanei, del frasutono del gioco e della nostra presenza attiva e partecipata.
Per lui la vacanza avrà veramente un senso se potrà viverla davvero insieme a noi.
 
Giuliana Beghini Franchini
 
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