Un team internazionale di scienziati russi e giapponesi si è messo all'opera per cominciare nel 2012 la clonazione di mammut a partire dal midollo osseo di un femore ritrovato nel permafrost siberiano
Nel permafrost stavano nascoste le tracce di ere precedenti alla vita umana. Dal permafrost l’uomo potrebbe renderle contemporanee alla sua esistenza. È notizia di qualche giorno fa l’avvio di una ricerca portata avanti da un team internazionale di scienziati russi e giapponesi sulla ricreazione in laboratorio della specie dei Mammut. Quei colossi alti quattro metri e con le zanne lunghe cinque che abitavano le praterie del Nord America e le distese della Siberia già sei milioni di anni fa.
Estintisi 10mila anni or sono, ora i mammut potrebbero rivivere in questa sperimentazione che prenderà il via nel 2012 e punta alla clonazione dei colossi parenti stretti degli elefanti, partendo dal ritrovamento di un femore proprio nel permafrost siberiano. Secondo il giornale nipponico Kyodo News il team di ricercatori dell’Università di Kinki e del Museo dei mammut di Sakha starebbe già effettuando i primi test preliminari sul midollo osseo ritrovato.
L’obiettivo dei ricercatori è di sostituire il nucleo dell’ovulo di un elefante con quello ottenuto dal campione dell’osso, potendo così dar vita a un embrione di mammut, poi impiantato nell’utero di un elefante femmina. Certo, l’elefante si discosta per un 5% di patrimonio genetico dal mammut, ma con successivi incroci selettivi, nel giro di un paio di generazioni, si potrebbero ottenere esemplari identici a quelli estinti.
I resti del mammut sono venuti alla luce per effetto dei cambiamenti climatici che hanno sciolto lo strato superficiale del terreno perennemente ghiacciato (il permafrost) presente nella regione siberiana.
Gli scienziati si sono messi al lavoro (il 2016 fra le date papabili circa il primo esemplare di mammut) per trasformare in realtà quello che finora abbiamo soltanto potuto leggere negli intrecci rivoluzionari di Michael Crichton poi trasposti sullo schermo dall’abilità visionaria di Steven Spielberg: Jurassic Park è dietro la porta?
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