Non ci dovrebbero essere equivoci nella definizione dei termini, la genericità del titolo lascia però spazio a troppe interpretazioni e nel tema potrebbe rientrare tutto il turismo al di fuori delle città
Per evitare confusioni o parcellizzazioni e concentrare le forze su obiettivi realistici e concreti è necessario un approccio pragmatico ed operativo che sgombri il campo da ripetizioni, mode, scopiazzature, e concentri la sua attenzione sul prodotto che si vuole promuovere per vendere.
Il programma europeo Leader acronimo di (Liasons entre actions de developpemet de l’economie rurale) ha per scopo lo sviluppo sostenibile di quelle regioni tradizionalmente penalizzate dalla marginalità geografica e dall’esodo dalle campagne.
Si attaglia perfettamente alla nostra realtà che ha urgente necessità di rivitalizzare il contesto socio- economico con strategie che pur rispettose dell’ambiente, devono preoccuparsi delle difficoltà occupazionali a cui si va incontro.
Porre particolare attenzione ai prodotti locali, valorizzare le risorse naturali e culturali che sono le ricchezze da sempre possedute e che per un certo periodo di tempo sono state dimenticate per un concetto di globalizzazione che voleva anche dire: sfruttamento, inquinamento, omologazione, è lo scopo a cui si devono riservare i finanziamenti.
Pubblico e privato, in sinergia, per non disperdere energie in un rivolo di iniziative slegate, si possono dedicare alla organizzazione del prodotto “turismo locale”.
L’Europa dà alla partecipazione dal “basso” individuando nei “Gal” gli organismi preposti a tale funzione i fondi per:
· Affermare il nesso polifunzionale fra agricoltura e territorio
· Agevolare la permanenza della popolazione in montagna
· Potenziare e sostenere la competitività dell’agricoltura in quanto attività centrale delle zone interessate
· Garantire la diversificazione delle attività
· Preservare e migliorare l’ambiente, il paesaggio, il patrimonio.
Le indicazioni sono chiare e precise e in modo disorganico vengono da sempre praticate senza conseguire i desiderati frutti. Significa che l’approccio non è quello giusto. Il prodotto che in gran parte esiste nelle sue componenti per poter essere propagandato e venduto necessita di essere assemblato..
Cultura, artigianato, agriturismo, fattorie didattiche, agricoltura e multifunzionalità, turismo verde, dolce, lento …sono tutti elementi di un sistema più complesso che possiamo raccogliere in un quadro di ”turismo locale”.
Il prodotto che se ne ricava deve però avere quel di più che può essere amato e riconosciuto da una clientela che esige originalità, costi contenuti, personalizzazione di una vacanza, non necessariamente concentrata in particolari momenti dell’anno, ma da godersi come qualità della vita.
In tempi passati, quando il turismo di massa non aveva ancora fatto la sua comparsa, c’erano i villeggianti, venivano chiamati in questo modo anche se non avevano la villa in campagna.
Erano accolti nelle varie famiglie con una stanza in più o che si stringevano per l’occasione.
Cosa cercavano? Cercavano: salubrità dell’aria, purezza delle acque di sorgente, l’amenità dei luoghi, possibilità di fare passeggiate ed escursioni ove si potesse godere della vista della vera natura, la facilità di raggiungere cime dei monti da cui lo sguardo spaziasse su panorami d’incomparabile bellezza, la spontaneità e la semplicità delle genti locali, il cibo dal “campo al piatto”.
Una domanda sempre crescente è oggi più che mai alla ricerca di un rapporto con la terra e i luoghi non ancora compromessi.
Non è più una ristretta “elite” che ritiene questo tipo di turismo più consono ad esigenze culturali che materiali e consumistiche.
È a questa domanda che è necessario dare risposte con un’offerta che per essere vincente non può che avere caratteristiche di “partecipazione dal basso” dove gli attori devono per forza essere i diretti interessati in accordo con associazioni e comunità di appartenenza.
Solo dopo aver valorizzato il prodotto si potrà passare con successo alla sua promozione ed alla vendita.
Negli anni tra le due guerre un astronomo dilettante Bresciano, Giovanni Paneroni nato a Rudiano, percorreva la città e la provincia, con il suo carretto da gelataio, al grido: “la terra non gira o bestie!”
Tre casi esemplari quelli che in nome della difesa dell’ambiente e del territorio hanno visto trionfare l’immobilismo e condannare la ricerca di fonti energetiche alternative e rinnovabili..
Vanta titoli che non possiede, spaccia Master per Dottorati, è laureata in filosofia e non in fisica; è il duro attacco del giornale americano “New Yorker” alla passionaria indiana della lotta agli OGM. Dipinta come una ciarlatana non scientifica
Su serie questioni di risparmi e di produzione di energie alternative, che non dovrebbero vedere fronti contrapposti, si innescano polemiche strumentali sull’uso disinvolto di due parole: biologico ed ecologico
Entrambi i termini dovrebbero avere connotazioni negative, tanto da essere il più delle volte assimilati, ma Claudio Magris sul “Corriere della Sera” salva gli egoisti e condanna gli egocentrici
Fare bene le cose senza pretendere l’ottimo e la perfezione è la morale di questo aforisma di Voltaire. Perché e’ impossibile vivere nel migliore dei mondi, si può solo “coltivare il nostro giardino”
«… Il 22 Giugno 1974, al settantottesimo minuto di una partita di calcio, sono diventato comunista…il risultato non contava, la questione di principio era battere quegli altri per dimostrare una volta per tutte chi fosse il più forte…»
Spianare le montagne è stata nei secoli l’aspirazione dell’uomo. Poeti e bambini sono di parere diverso: “sempre caro mi fu quest’ermo colle…” è l’incipit del poeta; favole e ricordi più belli dei bambini, hanno sempre a protagonisti boschi e montagne
Si è votato in tutta la valle e la maggior parte delle amministrazioni uscenti è stata riconfermata. Il cappello sulla vittoria di Nabaffa a Idro, l’hanno voluto mettere quelli che si autodefiniscono: “I salvatori del lago”. Chissà se questo porterà fortuna al Sindaco?