L'acqua corre veloce e gioiosa saltando in ripide cascate smaniosa di giungere a valle, da dove io sono partito due ore fa per giungere in questo meraviglioso teatro naturale per pescare.
Anche i maggiociondoli carichi dei loro grappoli di fiori gialli luminescenti si sporgono temerari sul precipizio di questa splendida cascata per gustarsi la scena che sta per accadere.
Una scena da ricordare perché catturare e poi rilasciare una trota di buona taglia per quest' ambienti e che sicuramente non soffre di vertigini vista la pendenza della cascata è un evento appagante.
Il cucchiaino del 2 argentato comincia il suo breve viaggio dopo il mio lancio con canna da 1,80m telescopica (perfettamente trasportabile nello zaino) il cui cimino è stato da poco riparato, recuperato con massima concentrazione dal fidato mulinello classe 2500. Il nylon si tende, il cimino si piega prepotentemente, che botta vigorosa!
Non vi è dubbio: la regina dei torrenti ha colpito ancora; la spanciata lascia subito intuire le sue dimensioni. Con veemenza cerca, invano, la via della tana (leggasi anche articolo 'alla ricerca della tana perduta') e poco dopo vengo letteralmente abbagliato da un'esplosione di vivaci e intensi colori che caratterizzano la sua maestosa livrea. Si merita di tornare nel suo habitat.
Spingermi in questi luoghi dove la natura può anche essere inospitale (andare sempre accompagnati per sicurezza, io ero con mio fratello che poco dopo ne ha catturata un'altra più piccola ma altrettanto magnifica) mi ha lasciato incredulo e a differenza di quelle trote ho provato le vertigini per l'emozione... alla prossima vertiginosa cascata...
Spesso e volentieri si dice e si legge che il vento risulta essere un valido attivatore dell'istinto predatorio dei lucci. Stavolta non è andata così, e vi racconto subito perché...
Il sole prima di spegnersi dietro le alte e maestose montagne lancia i suoi ultimi raggi serali più tiepidi verso un fiorito e colorato cespuglio di rododendro e la lingua di torrente che scorre adiacente
La stagione ai salmonidi è ormai chiusa. Ma ricordo con piacere quella volta dove il bosco lussureggiante di abeti e faggi lascia spazio a rocce e prati che, come in uno scrigno, conservano un bene prezioso che scorre mai domo a valle: l'acqua.