SERATA DI PIOGGIA che sembrava naturale andarsene a teatro per godersi un concerto. Non c'era un solo posto libero ieri sera per la data bresciana dei Baustelle, gruppo che ha da poco dato alla luce “Fantasma”, disco impegnato ed impegnativo, pieno di rimandi e citazioni, uscito dalla gran penna di Francesco Bianconi. Arrangiamenti curati da Enrico Gabrielli, musicista di talento incomparabile che ha arricchito di “classicità” il rock maleducato dei
Baustelle.
QUANDO SI E' APERTO IL SIPARIO è apparsa una scenografia semplice e suggestiva: sullo sfondo la copertina del disco e per il resto luci bianche ed effetto ghiaccio per rendere l'atmosfera tetra quanto basta rievocando il tema delle canzoni che di lì a poco avrebbero cantato.
OLTRE AI TRE BAUSTELLE ad accompagnarli sette musicisti, con tanto di fiati e percussioni. Nella prima parte del concerto hanno proposto le nuove tracce, tecnicamente curate ma meno immediate del solito.
DIFFICILE RECENSIRE IL NUOVO DISCO, ma dopo alcuni ascolti mi sono accorto che è venuta meno la vena fresca e spontanea per lasciare spazio ad una ricerca quasi didattica del testo. Ho avvertito la stessa sensazione quando ho ascoltato “Marinai, profeti e balene” di Capossela; alcune caratteristiche che contraddistinguevano i Baustelle si sono lievemente affievolite per fare però spazio a nuovi orizzonti, alla ricerca di una perfezione testuale che profuma più letterario che non di musicista rock.
NON E' CERTO IN DISCUSSIONE il valore dell'opera, che dopo lo scivolone de “I mistici d'occidente” riabilita il gruppo tra le più interessanti proposte in circolazione. Torniamo al concerto. Il pubblico entusiasta ha dimostrato di apprezzare sia il nuovo, ma sopratutto i vecchi classici. Una bellissima versione di “la guerra è finita” e di “il corvo Joe” ha emozionato, mentre ha sorpreso un remake di “Charlie fa surf”.
DOPO UNA PRIMA PARTE composta Francesco Bianconi si alza e dice “ora torniamo ad essere i maleducati che siamo” e il concerto vira verso orizzonti più rock, quasi come se l'abito gessato gli andasse un poco stretto, pur indossandolo con classe ed eleganza.
DUE ORE DI CONCERTO scivolate via velocemente che hanno saputo toccare diversi tasti dell'emotività, suggerendo ed accennando sensazioni e lasciando che frulleranno in testa per parecchio tempo a tutta la gente che a fine concerto abbandonava il teatro soddisfatta.