Veramente sorprendente leggere di medici che si schierano contro il vaccino.
Eppure, lo studio che hanno dovuto fare per diventare dottori dovrebbe suggerir loro qualcosa di molto diverso. Forse, dopo un certo tempo dalla laurea in medicina, l’esercizio noiosissimo della professione li fa sognare altri scenari. O forse non hanno ben capito il giuramento di Ippocrate, lo hanno in qualche modo frainteso.
La stessa scelta, con gravi sintomi di allergia alla ragionevolezza media, sembra essere quella di numerosi infermieri, indubbiamente più paurosi del vaccino che della malattia che stanno combattendo da mesi negli ospedali italiani.
Sfidano le autorità sanitarie con il loro no al vaccino, ma sfidano anche il buon senso quando cercano di spiegare la loro posizione.
È difficile comprendere perché chi professionalmente ha scelto di aiutare il prossimo, si metta nelle condizioni di fargli del male. Una contraddizione imprevedibile, maggiormente grave quando prevale la paura e l’egoismo proprio mentre sarebbe necessario più senso di responsabilità.
Si sente l’eco del movimento no-vax, anche se, con l’arrivo della pandemia covid, esso ha subito un colpo durissimo. I suoi arrabbiatissimi seguaci si sono trovati in breve tempo completamente spiazzati e contro corrente quando tutti i paesi più avanzati del mondo hanno cominciato la gara per trovare un vaccino efficace contro il covid.
I no-vax credono fermamente, fanaticamente, che i vaccini siano lo strumento principale del dominio delle multinazionali farmaceutiche nel mondo. Dominio costruito, secondo loro, sulla pelle di popoli ignari e vittime. Vedono macchinazioni ovunque, soprattutto organizzate dal bieco e cinico capitalismo che con una formidabile propaganda, e con una completa assenza di scrupoli, specula sulla povera gente per arricchirsi.
Per questa ragione, essere contro i vaccini diventa un modo per essere contro il capitalismo, ed è per questo che la loro protesta è destinata a non morire mai, nemmeno quando tutto il mondo vuole i vaccini per salvarsi ed è maggiormente palese l’irragionevolezza della posizione no-vax.
Ci sono poi dei personaggi bizzarri che non vogliono, dicono loro, essere limitati nella libertà personale e per questo non accettano la normativa del Green Pass.
Protestano in molte piazze, italiane ed europee, ma sono guardinghi: non vorrebbero essere accomunati agli irrazionali no-vax.
Le proteste di popolo sono collegate alle paventate conseguenze economiche negative derivanti dall’adozione del Green Pass e per questo cavalcate da quegli schieramenti che intendono in ogni modo creare problemi ai governi al potere.
Tuttavia, senza rendersene conto,
chi è contro il Green Pass è praticamente contro i vaccini.
Il ragionamento è semplice: il Green Pass permetterà, in teoria, la ripresa in sicurezza della vita della collettività, ripresa possibile solo attraverso il recupero della fiducia di poter frequentare luoghi pubblici o aperti al pubblico in modo sicuro.
La ragione dell’esistenza del Green Pass, quindi, è rendere pubblico che chi è vaccinato non è un pericolo per le altre persone.
D’altro canto, il Green Pass rende automaticamente noto anche chi è potenzialmente pericoloso per la comunità e questo non piace a tutti quei furbi, vecchi e nuovi, che vorrebbero muoversi senza limitazioni pur essendo consapevoli di costituire un pericolo letale per gli altri.
L’appello alla libertà di cura costituzionalmente tutelata, in cui rientra anche la libertà di vaccinarsi, non è un’argomentazione opponibile in questo caso, perché argomento inefficace rispetto all’altro diritto, costituzionalmente rilevante, che la comunità possa vivere in sicurezza e in salute.
Nessuno, infatti, ha il diritto di mettere in pericolo la vita altrui così come nessuno ha il diritto di uccidere per effetto del proprio comportamento irresponsabile. Per questa ragione nessuno ha il diritto di infettare, consapevolmente o inconsapevolmente, gli altri con il convid salendo su un pullman, entrando in un bar, in un cinema, accedendo ad un concerto o in uno stadio.
Insomma, c’è la libertà di non vaccinarsi, ma non si può avere il diritto di accedere in quei luoghi e a quei servizi dove la propria condizione di non vaccinati, ossia potenziali portatori di morte, potrebbe nuocere a molti altri appartenenti alla stessa comunità.
Chiediamoci ora come sia possibile che, pur essendo chiarissimo il perché del Green Pass, pur essendo palesi i vantaggi che il Green Pass porterà alla ripresa dell’economia, pur essendo limpidi i motivi di tutela della salute delle persone, soprattutto dei più deboli, ci siano così tanti che vi si oppongono.
Dedotti i fanatici, numerosi e insensibili a qualsiasi ragione; dedotti gli approfittatori organizzati che cavalcano la protesta strumentalmente per alzare la tensione sociale e incassare consensi a basso costo, i rimanenti dovrebbero pensare un po’ di più prima di rifiutare, di negare e di protestare. Dovrebbero considerare che chi è contro il Green Pass è materialmente contro le vaccinazioni, contro la sicurezza e la salute pubblica su cui vorrebbero prevalesse la propria necessità, la propria noncuranza, il proprio menefreghismo.
Una cosa è certa: il Green Pass è necessario e avrà il suo corso positivo. Purtroppo, nella società continueranno tuttavia a esistere gli egoisti, gli opportunisti, i noncuranti e i menefreghisti. Spero quest’ultimi abbiano sempre meno influenza nelle comunità in cui vivono, anche se, guardando quanti gruppi politici ambiguamente sono pronti a cavalcare ogni protesta, anche la più irrazionale e pericolosa, potrebbe accadere esattamente il contrario.
Leretico