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04 Febbraio 2014, 09.09

L'opinione

Mentre il capitalismo vince sulla democrazia qualcuno si scandalizza

di Dru
«Ora siamo pronti per la riforma della giustizia, ma ribadisco, un'alleanza, in corpo al seno democratico e con un pregiudicato che decide delle regole del gioco, è un'anomalia per le forze democrartiche, difficile da superare facendo spallucce ed indicandone le forme nella fattura di un buon film holliwoodiano»

Questo il fondo di un mio articolo scritto su queste pagine circa una dozzina di giorni fa, oggi l'Europa alza il cartellino giallo sull'Italia, disponendo che si solleciti una discussione intorno al tema della corruzione, che produce un danno  per lo stato di circa 60miliardi di euro l'anno.
Ci viene chiesto di rendere più trasparenti gli appalti pubblici, rivedere i tempi di prescrizione dei processi che azzoppano la giustizia, disciplinare i finanziamenti pubblici ai partiti e definire normativamente il conflitto d'interessi.

Qualche passo avanti è stato fatto con la norma anti corruzione fatta l'anno scorso, norma che impedisce ad un ex presidente del consiglio ora pregiudicato di ricandidarsi e frequentare le aule del senato, questo ci riconosce l'Europa sul fronte della norma, ma tra gli elettori vi è la convinzione che in sostanza Destra e Sinistra si equivalgano.

Nello stato lavorano nell'ombra gruppi e associazioni corporative che da tempo, pur di influire sulla decisione politica, per mantenere e accrescere il proprio rango e il proprio potere, agiscono indifferentemente con la Destra e la Sinistra, che non sono che loro strumenti: gruppi e associazioni corporative che nessun  politico, né di destra né di sinistra colpisce, e che con il tempo hanno costituito quello che della Repubblica si presenta ormai come un vero e proprio blocco .

Vale a dire un insieme di elementi con forti legami interni anche di natura personale, in grado di svolgere un ruolo di governo di fatto di aspetti decisivi della vita nazionale.
È lo stato  burocratico-corporativo, il quale si trova a muoversi assai spesso in collegamento con l’attività dei grandi interessi protetti.

È un blocco formidabile, accentrato nel cuore dello Stato e della macchina pubblica, il cui potere consiste principalmente nella possibilità di condizionare, ostacolare o manipolare il processo legislativo e in genere il comando politico.

La redazione di tali regolamenti è dell’alta burocrazia ministeriale, che per un’antica consuetudine è sottoposta al vaglio del Consiglio di Stato e della Corte dei conti.
Un processo al cui interno è facile immaginare quali e quante possibilità si creino di far valere interessi e punti di vista che forzano, o addirittura contraddicono, la decisione, insomma tutto ciò che gli assicura la condizione di potere di cui oggi gode.

Potere dell’indirizzo, del suggerimento, del condizionamento, perlopiù sotto la veste del consiglio tecnico-legale; potere, ancora più importante, d’interdizione.
Il potere cioè di non fare, di ritardare, di mettere da parte o addirittura di cancellare anche per via giudiziaria qualunque provvedimento legislativo.

Questo impedisce meccanismi meritocratici, le così tanto  agognate liberalizzazioni, la semplificazione normativa, a rompere le barriere di accesso, costituendo  le protezioni giuridiche e sindacali .
Per interesse e per struttura il blocco burocratico-corporativo tende a lasciare sempre tutto com’è.

Fatti dello stesso tipo a quelli fin qui accennati caratterizzano tutti i regimi democratici.
Ma tra i grandi Paesi capitalistici un processo così forte ed esteso di autonomizzazione degli apparati burocratico-giudiziari e di crescita dei loro collegamenti con gli interessi economici è avvenuto per ora solo in Italia.

Solo in Italia quegli apparati e gli interessi, economici , ad essi collegati, si sono appropriati di spazi di potere vasti.
E di conseguenza solo in Italia il comando politico e i suoi rappresentanti sono stati così asserviti, sono stati resi così subalterni alla sfera dell'interesse privato e del profitto a scapito del bene comune, questo per la Destra e la Sinistra e non per il Movimento5stelle ancora.

Anche per questi motivi, in realtà, l'unico baluardo e protezione democratica in Italia che abbiamo è ciò che, in questi giorni, il potere mostra di voler definire come forza antidemocratica e sovversiva, il Movimento5stelle, per demolirne la potenza e rimanere così immobilizzati nello status quo del potere  privato sul bene  pubblico.

Per chi si definisce democratico non capire questo è sciocco, capirlo e suffragarlo è futuristico, capirlo e combatterlo è opportunistico.
 
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