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16 Settembre 2012, 10.30

Banche

Valsabbina, primo semestre


Il presidente Ezio Soardi scrive ai soci: «Nonostante il deteriorarsi del quadro economico generale, la vostra banca ha mantenuto delle buone performance»
La pubblichiamo integralmente, con i dati nelle tabelle e le relative analisi.
 
Gentilissimo Socio,
come di consueto La informo sull’andamento della Banca che, nonostante il deteriorarsi del quadro economico generale, ha mantenuto delle buone performance anche in questo primo difficile semestre del 2012.
 
 
La raccolta diretta, in crescita di oltre euro 100 mln rispetto a dicembre 2011, si attesta ad euro 2.794 mln, un risultato soddisfacente, considerando l’agguerrita concorrenza nel comparto della raccolta retail, sia delle BCC locali che da parte delle maggiori banche italiane, a causa delle turbolenze sui mercati finanziari che hanno reso meno recettivi i mercati istituzionali. Tale risultato è stato conseguito sia nella componente a vista, grazie al successo riscontrato dal nuovo prodotto “time deposit”, che in quella a medio termine, attraverso il collocamento dei nostri prestiti obbligazionari.

La raccolta indiretta ammonta a poco meno di 1 miliardo di euro, con una flessione di circa il 2% da inizio anno, a causa di una minore valorizzazione dello stock conseguente all’andamento negativo dei mercati finanziari; il risparmio assicurativo e quello gestito rappresentano complessivamente il 24% del totale, come a fine 2011.
 
Gli impieghi sono sostanzialmente stabili rispetto alla fine dello scorso anno, principalmente per il rallentamento delle attività economiche, che ha comportato una minor domanda di credito da parte delle imprese sia per finanziamento del ciclo produttivo che per investimento. Ciononostante, il nostro Istituto ha continuato a sostenere il tessuto economico locale, come dimostrano l’incremento degli impieghi alle famiglie del 2,5% e le erogazioni di nuovi impieghi a medio termine (sia a famiglie che ad imprese) per complessivi euro 175 mln nel 1° semestre.

La qualità del credito continua a risentire delle difficoltà dell’economica reale, che ha manifestato i propri effetti anche nella nostra provincia. Il rapporto tra crediti deteriorati netti e totale crediti è salito al 10,58% (8,96% a fine 2011). In particolare, il rapporto sofferenze nette/impieghi si attesta al 4,23%, rispetto al 3,34% di fine 2011. I crediti deteriorati, a partire dal 1° gennaio 2012, comprendono anche tutte le posizioni sconfinanti tra 90 e 180 giorni non coperte da garanzia immobiliare.
 
Il patrimonio ammonta ad euro 377 mln, sostanzialmente invariato rispetto a dicembre 2011, ed in significativa crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per effetto dell’aumento di capitale perfezionato nel secondo semestre del 2011; i coefficienti prudenziali si mantengono ampiamente al di sopra dei minimi regolamentari e già conformi con i più stringenti requisiti che entreranno in vigore gradualmente, a partire dal 2013, con “Basilea 3”. In particolare i coefficienti patrimoniali a livello consolidato si attestano al 13,59% per il Core Tier One e al 14,63% per il Total Capital Ratio, consentendo al nostro Istituto di poter continuare nel sostegno alle famiglie ed imprese, guardando con ottimismo alle future sfide.
 
I conti correnti presentano nell’ultimo anno un incremento netto di oltre 2.000 unità, segno del gradimento e della competitività dei servizi offerti dal nostro Istituto.
Anche nel corso del 2012, a conferma della fiducia riposta nella Banca, il numero dei soci è aumentato, passando dai 34.171 di dicembre 2011 ai 35.712 del 30 giugno 2012 e ai 36.036 alla data della presente comunicazione.
 


Il margine di interesse ha registrato un incremento del 7,6% rispetto al primo semestre 2011. Tale risultato è imputabile ad un aumento del rendimento degli impieghi a vista e ai maggiori interessi percepiti sul portafoglio titoli di proprietà, che hanno più che compensato la crescita del costo della raccolta e la riduzione del rendimento degli impieghi a medio termine indicizzati all’euribor, conseguente alla riduzione dei tassi di mercato a seguito delle operazioni di politica monetaria da parte della Banca Centrale Europea.
 
Le commissioni nette risultano in contrazione del 5,2%, a causa delle commissioni pagate allo Stato (euro 1,2 mln), al fine di ottenere dallo stesso la garanzia su passività emesse dal nostro Istituto. Infatti, cogliendo l’opportunità fornita dal decreto “Salva Italia”, sono stati emessi titoli per complessivi euro 300 mln con garanzia statale (di cui euro 150 mln scaduti il 27 giugno e non rinnovati), permettendo alla nostra Banca di incrementare l’importo dei titoli utilizzabili a garanzia di operazioni di finanziamento presso l’Eurosistema. In questo modo è stato possibile accedere alle aste straordinarie triennali di rifinanziamento della BCE, che hanno consentito al nostro Istituto di detenere un “cuscinetto” di liquidità necessario a non far mancare il proprio sostegno all’economia del territorio in una fase di turbolenza finanziaria. Al netto della componente straordinaria di costo di cui sopra, le commissioni sono cresciute di oltre il 5%, grazie al positivo apporto dei principali servizi bancari.
 
Il margine di intermediazione registra una crescita del 24,1% dovuta, oltre che all’incremento del margine di interesse, al buon risultato ottenuto dalla compravendita di titoli di Stato contabilizzati fra le “attività disponibili per la vendita”.
 
Il risultato netto della gestione finanziaria, nonostante l’incremento delle rettifiche di valore su crediti e titoli, passate da euro 12,7 a euro 19,2 mln, risulta in miglioramento del 12,6%, a quota euro 33,8 mln. L’incidenza annualizzata del costo del credito sugli impieghi è aumentata dallo 0,9% del primo semestre 2011 all’attuale 1,3%, a causa delle ripercussioni della crisi economica in atto e delle conseguenti prudenziali svalutazioni effettuate.
 
I costi operativi, in aumento di circa il 6,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, risultano influenzati dai maggiori accantonamenti al fondo rischi ed oneri (infatti le sole spese amministrative crescono del 5%). Ciononostante, grazie all’ottima performance del margine di intermediazione, il cost/income (rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione) è risultato del 45,8%, in miglioramento di oltre 7 punti percentuali rispetto al giugno 2011, confermandosi ad un livello ottimale nel raffronto con le altre banche.
 
L’utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte si incrementa del 29,5%, passando da euro 7,3 mln ad euro 9,4 mln.
 
Le imposte correnti aumentano del 47,5%, in quanto il primo semestre 2011 aveva beneficiato di un provento fiscale straordinario per euro 1,3 mln, derivante dall’affrancamento fiscale dell’avviamento e delle altre attività immateriali iscritte nel bilancio consolidato. 
 
L’utile netto del periodo si attesta a 4,631 mln di euro con una riduzione del 3,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; non è stato peraltro ancora contabilizzato, per motivi di prudenza, il credito d’imposta, stimabile in euro 1,150 mln, derivante dalla deducibilità dell’IRAP relativa al costo del lavoro dall’imponibile IRES per i periodi dal 2007 al 2011, sulla base della legge n. 44 del 25 aprile 2012, in quanto non ancora resi noti i dettagli sulle modalità di calcolo. Contabilizzando anche tale credito l’utile netto del primo semestre ammonterebbe ad euro 5,781 mln, con un incremento del 20,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
 
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Il risultato consolidato del Gruppo risente del conto economico della controllata Credito Veronese S.p.A. (perdita, al 30/06/2012, di euro 1,5 mln rispetto a euro 1,9 mln al 30/06/2011) e degli effetti contabili del consolidamento (- euro 447 mila), registrando un utile netto di euro 2,7 mln (euro 3,9 mln considerando anche il credito d’imposta spettante alle due banche ai sensi della Legge 44/2012).
Gli aggregati patrimoniali del Credito Veronese, acquisito dalla nostra Banca ad aprile 2011, hanno mostrato un’ottima dinamica nel primo semestre, con la raccolta diretta che si attesta a euro 191 mln (+11% rispetto a fine 2011), la raccolta indiretta a euro 60 mln (+6%) e gli impieghi netti a euro 230 mln (+8%).
In data 30 maggio 2012, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di procedere alla fusione per incorporazione del Credito Veronese; ciò al fine di pervenire ad una razionalizzazione della struttura organizzativa del Gruppo e per conseguire risparmi di costi, nonché sinergie realizzabili nel medio termine, importanti per incrementare la redditività del Gruppo in questa delicata fase economica. 
In data 15 giugno 2012 è stata inoltrata alla Banca d’Italia istanza di autorizzazione all’operazione di fusione; si prevede che l’iter possa concludersi entro la fine di novembre del corrente anno. L’efficacia contabile e fiscale dell’operazione sarebbe, in tale caso, il 1° gennaio 2012.
Poiché il nostro Istituto detiene, dopo l’acquisizione delle quote residue degli azionisti di minoranza, il 100% del capitale sociale del Credito Veronese, la fusione avverrà seguendo la procedura semplificata prevista dall’art. 2505 del cod. civ., senza procedere all’emissione di nuove azioni.
Grazie alla razionalizzazione della struttura organizzativa e alla maggiore redditività che si genererà col perfezionamento della fusione, il nostro Istituto potrà consolidare il suo ruolo di banca popolare, prestando il consueto sostegno alle famiglie e piccole / medie imprese del territorio di riferimento, con particolare attenzione anche alla provincia di Verona. 
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La presenza della Banca sul territorio è assicurata da 54 filiali a piena operatività, oltre a 3 sportelli di tesoreria comunale.
La rete del Gruppo è completata dai 7 sportelli del Credito Veronese in provincia di Verona; uno di questi è stato trasferito, nei primi giorni di settembre, dal comune di Affi al centro della città di Verona, in piazza Pradaval, che presenta potenzialità di crescita notevolmente superiori.
I dipendenti sono 416, a cui si aggiungono i 42 del Credito Veronese; il 30% è occupato presso gli uffici centrali, mentre il restante 70% è in forza alla rete periferica.
Nel corso di questa prima parte del 2012 sono state scambiate circa 1,4 mln di azioni Valsabbina, attraverso il sistema di negoziazione gestito dall’Istituto Centrale delle Banche Popolari; il prezzo delle azioni si è attestato a 18 euro, rispetto ai 20,10 euro, con una riduzione più contenuta rispetto a quella registrata dalle banche quotate sui mercati borsistici.
Di seguito si riporta il consueto grafico relativo all’andamento dei prezzi e delle quantità scambiate.

Il Presidente
Ezio Soardi
 
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