Mercato del lavoro, il 56% delle imprese ha difficoltà a trovare personale
di Redazione

A Brescia cresce il tasso di turnover, che si è attestato al 24,8%, mostrando un sensibile aumento rispetto all'anno precedente (21,1%): lo rileva l'HR Dashboard, declinazione locale dello studio


Si è svolto questo martedì il webinar
“I numeri per le risorse umane: i risultati delle indagini Confindustria sul lavoro come strumento per gli HR manager”, organizzato da Confindustria Brescia  con altre 22 Associazioni Territoriali del sistema insieme a Confindustria Lombardia. Il webinar ha rappresentato l’occasione per esporre i dati della edizione 2023 del progetto, che coinvolge da diversi anni un numero sempre crescente di Associazioni confindustriali, con l’obiettivo di monitorare annualmente le dinamiche del mercato del lavoro. All’edizione 2023 del monitoraggio – che ha coinvolto in maniera omogenea dal punto di vista territoriale e dimensionale oltre 2 mila aziende del sistema Confindustria, per un totale di quasi 400 mila addetti – hanno aderito 23 associazioni che, a integrazione dell’indagine nazionale, hanno analizzato quattro diverse aree del mercato del lavoro: gestione del personale, organizzazione del lavoro, politiche di assunzione, tassi di assenza.

I PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE DELLE 23 ASSOCIAZIONI DI CONFINDUSTRIA

    Per far fronte all’aumento dell’inflazione nel 2022 il 57,6% delle imprese è intervenuta a sostegno del potere d’acquisto delle retribuzioni; lo strumento più utilizzato a supporto dei lavoratori è stato il welfare aziendale (62%);

    Il 63% delle aziende ha erogato premi di risultato;

    Il 29% delle aziende ha affermato di essere alle prese con processi di ricambio generazionale;

    L’80% delle aziende ha effettuato ricerche di personale e tra queste il 70% ha avuto difficoltà a trovare le figure professionali ricercate: ne consegue che il 56% delle imprese ha difficoltà a reperire lavoratori;

    Il 51% delle aziende ha utilizzato lo smart working nel 2022 coinvolgendo il 28% dei lavoratori elegibili. Tra i vantaggi dell’uso dello smart working indicati dalle imprese vi sono l’attrazione e la fidelizzazione delle risorse umane (51,5%) e la riduzione dell’assenteismo (48,8%);

“L’elevata partecipazione delle aziende lombarde all’indagine conferma l’attenzione degli imprenditori lombardi nei confronti di chi, ogni giorno, lavora in azienda – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella –. Nessuna impresa è possibile senza collaboratori e gli imprenditori lombardi questo concetto lo traducono in azioni concrete: nonostante le incertezze per i prossimi mesi e un contesto globale poco rassicurante, infatti, nel 2022 le imprese hanno sostenuto i propri dipendenti cercando di contrastare, con gli strumenti e i margini a disposizione, gli effetti dell’inflazione e del caro energia. Questo perché, a dispetto di ciò che una certa narrazione vuole far credere, gli imprenditori sono i primi ad avere a cuore il benessere e le motivazioni dei propri collaboratori”.


LOMBARDIA - I PRINCIPALI RISULTATI DELL’INDAGINE

In Lombardia hanno collaborato all’indagine 892 aziende associate al sistema confindustriale lombardo, per 260mila addetti, fornendo risultati che testimoniano una elevata vitalità e capacità di adattamento ai cambiamenti del mercato del lavoro regionale.

    Il 63% delle aziende ha messo in atto interventi per far fronte all’aumento dell’inflazione nel 2022. Chi non l’ha fatto è stato principalmente per vincoli finanziari e competitivi, più raramente hanno ritenuto spettasse al CCNL farlo; lo strumento più utilizzato è stato il welfare aziendale, scelto dal 64% delle imprese;

    Il 65% delle aziende ha erogato dei premi di risultato;

    Il 64% delle aziende mette a disposizione il welfare aziendale con forti differenze dimensionali: tra le imprese di grandi dimensioni l’85% applica welfare aziendale, tra le medie il 51%, le piccole imprese il 44%; a livello settoriale il welfare è più diffuso in ambito industriale (67%) rispetto ai servizi (58%);

    Nel 2022 il 48% delle aziende ha utilizzato lo smart working coinvolgendo il 32% dei lavoratori eligibili. I ¾ delle aziende lombarde ha avuto un vantaggio nell’introduzione dello smart working mentre solo 1/3 ha segnalato qualche tipo di criticità

    L’indagine ha riscontrato che il 28% delle imprese lombarde è alle prese con un ricambio generazionale a fronte del quale vengono riscontrate difficoltà di reperimento di nuove risorse professionali. Il 47% incontra specifiche difficoltà in riferimento a mansioni manuali e tecniche, a conferma della necessità, ben nota e più volte ribadita da Confindustria, che si debba rafforzare l’orientamento e i percorsi formativi professionalizzanti;

Il webinar, introdotto dal Segretario generale di Confindustria Lombardia Dario Voltattorni, ha visto gli interventi di Andrea Fioni, Centro Studi Assolombarda, che ha presentato i risultati dell’indagine, e a seguire nella tavola rotonda con le imprese di Federico Clemente, Direttore HR di ITEMA Spa, Massimiliano Crespi, Direttore HR SEA Milan Airports, Pietro Paolo Origgi, Head of HR & Social Dialogue di Danone Spa e Ilaria Rasulo, Head of HR di Antares Vision Spa. L’incontro è stato moderato dalla giornalista del Corriere della Sera Rita Querzè.


FOCUS BRESCIA


Tra le realtà associate a Confindustria Brescia, la partecipazione all’iniziativa ha riguardato ben 224 imprese che danno lavoro a quasi 25 mila addetti. I risultati sono stati raccolti nell’HR Dashboard, la declinazione locale dello studio condotto dalle 23 territoriali.

In tale contesto, il tasso di turnover, indicatore che misura l’intensità con cui avviene il processo di sostituzione nella forza lavoro all’interno di un’azienda nel corso di un anno, e pertanto rappresenta la quota di forza lavoro che è variata nei 12 mesi, per effetto dell’entrata di nuovi lavoratori oppure come conseguenza della loro uscita dall’azienda, nel 2022 si è attestato al 24,8%, mostrando un sensibile aumento rispetto all’anno precedente (21,1%) e al periodo pre-Covid. Con riferimento al solo turnover volontario, che considera le sole uscite per dimissioni (e quindi esclude dal calcolo le altre motivazioni, come licenziamenti, scadenza di contratti a termine, pensionamenti, ecc.), esso sale al 6,7%, evidenziando una significativa accelerazione nei confronti dell’anno precedente (4,7%) e del 2019 (4,0%). Tale evoluzione denoterebbe un elemento di discontinuità rispetto al paradigma pre-pandemico e segnalerebbe un ulteriore fattore di incertezza in capo al sistema delle imprese, chiamate a fronteggiare una maggiore propensione dei propri collaboratori alle dimissioni.

Nel 2022 il tasso di assenza dell’addetto medio, calcolato come rapporto tra ore perdute e ore lavorabili, è stato pari all’8,1%, caratterizzandosi per un’elevata eterogeneità per inquadramento (quadri 3,3%, impiegati 5,6%, operai 10,4%) e per genere del lavoratore (maschi 8,0%, femmine 8,7%). Le ore mediamente perdute nel 2022 sarebbero 137: la principale causale va ricercata nella malattia non professionale (87 ore), seguita dagli altri permessi retribuiti (23). A riguardo va segnalato che, fra le femmine, i congedi retribuiti, al cui interno sono contabilizzati i congedi parentali, istituto giuridico a tutela della gravidanza e della maternità delle lavoratrici dipendenti, riguardano in media, 44 ore (2,6% delle ore lavorabili).

Sempre nel 2022, lo smart working ha interessato il 45% delle imprese bresciane e ha coinvolto il 25% dei dipendenti elegibili. Tra le aziende che hanno adottato tale strumento di organizzazione interna, i principali vantaggi dichiarati riguardano la attrazione e fidelizzazione delle risorse umane (60% delle realtà che riconoscono almeno un vantaggio) e la riduzione dell’assenteismo (51%). Per contro, i più rilevanti svantaggi andrebbero ricondotti all’ostacolo alla comunicazione (56% delle aziende che riconoscono almeno uno svantaggio) e al minore senso di appartenenza (41%).

“Anche quest’anno Confindustria Brescia ha aderito con convinzione a una delle più importanti iniziative del sistema confindustriale in tema di risorse umane – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –. Per quanto riguarda il nostro territorio, la tendenza all’aumento sia del tasso di turnover che del turnover volontario conferma, una volta di più, che siamo entrati in un nuovo periodo delle relazioni lavorative. In tale contesto, le aziende dovranno essere sempre più attrattive nei confronti dei loro collaboratori non solo a livello salariale, ma costruendo un sistema di welfare e di valori sempre più marcato. Come Confindustria Brescia stiamo portando avanti questi concetti grazie anche a progettualità specifiche come “Le persone: prima!”, che partendo dal tema imprescindibile della sicurezza sul lavoro, affronta a 360 gradi il tema del ruolo delle persone in azienda con focus specifici sui temi del benessere, della conciliazione vita-lavoro, dell’inclusione e della parità di genere.”
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