A 71 anni da Superga, nel giorno della ripresa
di Marisa Viviani

Non ci saranno cerimonie partecipate per la commemorazione della tragedia di Superga il 4 Maggio 2020, anche se è il giorno della ripresa dopo l'isolamento della popolazione a causa dell'epidemia da coronavirus
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Ripresa che offre ai cittadini
soltanto alcuni spiragli di libertà di movimento, ma non la possibilità di celebrare con manifestazioni pubbliche l'anniversario di una sciagura che resta ancora viva nella memoria del mondo sportivo e popolare a distanza di 71 anni.

Alle ore 17.03 del 4 Maggio 1949, l'aereo che trasportava la squadra del Grande Torino, di ritorno da una trasferta in Portogallo, si schiantò contro il terrapieno della Basilica di Superga. Morirono tutti i passeggeri e i membri dell'equipaggio, 31 persone tra cui 3 dirigenti della squadra, il direttore tecnico, l'allenatore, il massaggiatore, 3 giornalisti, 4 membri dell'equipaggio, e 18 giocatori tra titolari e riserve.

Nel giorno dei funerali, dalla città di Torino e da tutta Italia un milione di persone arrivarono a rendere omaggio alla squadra, la cui fama di grandezza calcistica e di imbattibilità si trasformò nel mito che ancora resiste all'oblio del tempo dopo 71 anni dalla sciagura.

L'affetto immutato e l'attaccamento alla memoria del Grande Torino è stato oggetto di molti studi, e non è spiegabile soltanto con la tifoseria e il successo di una squadra che vinceva tutto e ammaliava le folle. Il periodo postbellico, con le sue esigenze di ricostruzione morale e civile di un Paese devastato, vedeva infatti nella squadra granata il chiarissimo esempio di un collettivo che si imponeva all'attenzione nazionale e internazionale in virtù di un grande lavoro, impegno, innovazione tecnica, collaborazione tra i suoi componenti e concordia interna, unite ad una familiarità e semplicità di vita assimilabili a quella della maggioranza della popolazione italiana.

I grandi campioni dello sport che accumulavano successi, stabilivano record, vincevano campionati, coppe, scudetti, nella vita quotidiana erano normali padri di famiglia, fratelli, mariti, fidanzati, gente comune, vicini di casa, amici, anzi parenti di una più vasta famiglia, quella italiana. E tale fu il trauma indotto dalla tragedia di Superga, che gli ammiratori di quei Grandi persero non solo i loro idoli sportivi, ma dei famigliari, per la morte dei quali il lutto fu straziante come per veri parenti e si ricompose solo con il trascorrere del tempo, la commemorazione collettiva, il pellegrinaggio nei luoghi della loro gloria calcistica, dell'incidente aereo, del ricordo dedicatogli nei musei e nei club granata.

Ma l'aspetto più singolare e toccante dell'attaccamento alla gloriosa squadra granata, è stata la trasmissione delle gesta dei grandi campioni nella cerchia di famiglia e degli amici, come è consuetudine fare per conservare il ricordo dei propri defunti, dando anche il loro nome ai nuovi nati in segno di una continuità famigliare, affettiva e morale.

Un passaggio generazionale del testimone della memoria, consegnato dai padri ai figli come un bene di famiglia, da conservare con rispetto e cura. Una pacata elaborazione del lutto che dura da oltre 70 anni e si è fatta memoria di un mito umano prima che sportivo. Così si perpetua il ricordo di quei grandi campioni, gente comune come noi.

Altri tempi, altre passioni, altri valori. Nel suo articolo "Non è il momento" (Vallesabbianews, 28/4/2020), dedicato alla ripresa dell'attività calcistica al tempo del coronavirus, Luca Rota ha affermato: - "Proprio perché tifosi, non dovremmo avallare le scelte di chi allo spettacolo preferisce sempre e comunque il guadagno. Il calcio dovrebbe essere un'altra cosa. O forse sarebbe più giusto dire "era un'altra cosa". - La storia del Grande Torino lo insegna.

A conferma del saldissimo legame che ancora lega gli appassionati del calcio al mito del Grande Torino, oggi, 4 Maggio 2020, stante il divieto di manifestazioni pubbliche e assembramenti, si terrà un flash mob alle ore 17.03 ora della tragedia, organizzato dai tifosi che esporranno alle finestre bandiere e drappi granata, intonando la canzone "Quel giorno di pioggia" della band Sensounico (su YouTube).

Alla stessa ora don Robella celebrerà a porte chiuse una liturgia al Filadelfia, mentre la Mole Antoneliana si tingerà di granata. Presso il Cimitero Monumentale di Torino, sarà posata una corona d'alloro in ricordo del Grande Torino a cura del Circolo Soci Torino Fc 1906 e del Torino Fc 1906.

Il capitano del Torino Andrea Belotti salirà da solo a Superga e leggerà i 31 nomi delle vittime della sciagura dalla lapide commemorativa lì posata, come avviene da sempre per tradizione; quest'anno senza presenza della consueta folla di migliaia di partecipanti alla manifestazione.

Le cerimonie in onore degli "Invincibili" saranno trasmesse in streaming su Facebook e sul sito ufficiale della società granata. Questo accade perché per il Grande Torino il calcio "era un'altra cosa", e ancora ce lo ricordiamo.

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