L'acheo troiano
di Luca Rota

I poemi epici narrano le gesta di eroi che, con o senza l’ausilio della benevolenza divina, riuscivano in imprese che in seguito sarebbero rimaste nel mito e nella leggenda



Spesso questi “eroi” vestono in maglietta e pantaloncini e rincorrono una palla con l’intento di buttarla dentro, o di far emozionare il pubblico assiepato sugli spalti.

La carriera di Zizis Vryzas ha inizio in patria, tra lo Xanthi ed il Paok, prima di fare tappa in Italia a Perugia, dove segnò ben 25 reti in tre stagioni, e dove ancora oggi è il miglior marcatore dei Grifoni umbri nella massima serie.

Le brevi parentesi alla Fiorentina e al Torino in B lo videro protagonista di alcune reti che contribuirono in minima parte al ritorno in A per entrambe, ma niente di più. Un passaggio in Spagna nel Celta Vigo e il definitivo ritorno in patria prima allo Xanthi e poi al Paok, segnarono la conclusione “romantica” di una carriera modesta, proprio lì dove aveva iniziato.

La vera libidine della sua carriera però, è datata luglio 2004, quando con la sua Grecia trionfò nell’Europeo portoghese, battendo tutte le superpotenze continentali, e restando per sempre negli annali di questo sport e nel cuore di un popolo intero, che da lì in avanti sarebbe stato devastato da un’orrenda crisi economica.

Un’impresa paragonabile a quella di Achille, Agamennone, Ulisse e soci; anche se per essere precisi, in tema di Iliade gli achei di certo sarebbero stati gli avversari della Grecia, - forti, attrezzati e coi favori del pronostico - coi biancoazzurri ellenici relegati al ruolo di troiani, stavolta però vincenti.

Vryzas di quella squadra fu l’Aiace o il Menelao, o magari uno dei tanti Ettore (proprio perché troiano e non acheo), ma contribuì a buon merito a quella incredibile quanto meritata vittoria finale di una squadra senza pretese, che sorprese l’Europa ed il mondo intero nel luglio del 2004.

Nella foto Zizis Vryzas: l’acheo troiano