Lavoratori con gli occhi puntati sulla Stefana
di Redazione

Nell’assemblea di sabato convocata dalla Fiom sulla crisi dell’azienda siderurgica di Nave la preoccupazione dei sindacati per i prossimi passi del commissario giudiziale

 
Esistono le condizioni per procedere con un concordato e riprendere la produzione entro 120 giorni? È questo l’interrogativo e al tempo stesso la preoccupazione dei sindacati emersa ieri nell’assemblea dei lavoratori convocata stabilimento navense di via Bologna sul futuro dei 678 lavoratori dei quattro stabilimenti della Stefana.
 
«Gli stipendi di dicembre sono stati pagati – ha spiegato il sindacalista Fiom Francesco Bertoli -. Ora il commissario farà quanto previsto dalla legge, e insieme alle parti dovrà costruire un piano di ristrutturazione. Oltre a valutare il concordato dovrà presentare al Tribunale un giudizio sul resoconto che l´azienda dovrà presentare ogni mese. Ma l´operazione di sorveglianza non finisce qui».
Bertoli ha infatti suggerito ai lavoratori di tenere gli occhi aperti: «Martedì è previsto un carico di materiale - continua il sindacalista -. Non sappiamo quanto ne uscirà dagli stabilimenti, ma sappiamo che ogni tonnellata vale tra i 400 e i 420 euro e che ogni camion ne può trasportare tra le 25 e le 28. Queste spedizioni si trasformeranno in liquidità e l´azienda, con la massima trasparenza, dovrà dirci come intende usarla». 
 
In settimana si dovrebbe poi sciogliere il nodo della cassa integrazione ordinaria, fondamentale per permettere alle maestranze di superare i prossimi quattro mesi: il tempo necessario per capire se sarà possibile riavviare la produzione. E poi c´è il nodo delle pensioni: «Ci sono stati dei problemi amministrativi con le registrazioni, ma i contributi Inps sono stati versati - conclude Bertoli -. Comunque abbiamo organizzato per lunedì (domani), fuori dallo stabilimento di Nave, un incontro col patronato per gli operai prossimi al pensionamento». Mentre mercoledì mattina, stesso posto, ci sarà un incontro per fare chiarezza su Cometa, il fondo pensione complementare sui cui pare che l´azienda non abbia versato tutto.