Scatta l'ora dei saldi
di Fabio Borghese

Da sabato 5 luglio e per 60 giorni i negozi proporranno i abbigliamento e calzature a prezzi ribassati, con la speranza di risollevare un po’ le sorti del settore


Sarà sabato 5 luglio il primo giorno di saldi in Lombardia. Tutti ai nastri di partenza con il portafoglio alla mano per la caccia al migliore affare nei negozi preferiti. I ribassi di fine stagione su pantaloncini, magliette, scarpe e tutti gli altri indumenti dureranno due mesi, come in tutte le regioni italiane (in Campania si inizia martedì 2).

Si tratta di un banco di prova importante per valutare la situazione dei consumi, dopo il bonus da 80 euro messo in busta paga dal governo. L’occasione è carica di aspettative per i commercianti, dopo anni di crollo della spesa delle famiglie e un inizio 2014 che non ha dato risultati esaltanti.

Per 60 giorni i negozi potranno vendere la merce a prezzi scontati, esponendo il prezzo normale di vendita, lo sconto o il ribasso espresso in percentuale. A tutela del consumatore, il rivenditore è tenuto a sostituire i prodotti difettosi o a rimborsarne il prezzo pagato.

Ma quali sono le regole principali che i negozianti dovranno osservare? In primis hanno l’obbligo di esporre, accanto al prodotto, il prezzo iniziale e la percentuale dello sconto o del ribasso (è invece facoltativa l’indicazione del prezzo di vendita conseguente allo sconto o ribasso). L’operatore commerciale dovrà fornire informazioni veritiere in merito agli sconti praticati sia nelle comunicazioni pubblicitarie (che, anche graficamente, non devono essere presentate in modo ingannevole per il consumatore) sia nelle indicazioni dei prezzi nei locali di vendita; non può inoltre indicare prezzi ulteriori e diversi e deve essere in grado di dimostrare agli organi di controllo la veridicità delle informazioni relative al prodotto. I prodotti in saldo devono essere separati da quelli eventualmente posti in vendita a prezzo normale (se ciò non è possibile, cartelli o altri mezzi devono fornire al consumatore informazioni inequivocabili e non ingannevoli). Se il prodotto risulta difettoso, il consumatore può richiedere la sostituzione dell’articolo stesso o il rimborso del prezzo pagato dietro presentazione dello scontrino, che occorre quindi conservare.