«Corpo celeste» martedì sera su Rai5
di Nicola Cargnoni

Meravigliose “meraviglie”: si chiude il Festival di Cannes e l’attrice italiana Alice Rohrwacher, al suo secondo film, vince il Grand Prix speciale della giuria con «Le meraviglie». • Qui la recensione



Tre anni dopo «Corpo celeste», splendido film d’esordio, la regista Alice Rohrwacher (sorella della bravissima attrice Alba) torna nelle sale, presentando il nuovo lavoro, «Le meraviglie», in concorso a Cannes.
Sperando di poterlo vedere e recensire a breve, per il momento posso riportare i commenti di chi lo ha visto e mi ha riferito di un film molto ironico, con un impianto semplice e che regge bene, ma che nella seconda parte si lascia andare a spunti molto visionari e immaginifici.
Fortemente autobiografico, ritrae la vita agreste di una famiglia di apicoltori: il padre di Alice e Alba è infatti un apicoltore tedesco, sposatosi con una donna italiana e insediatosi tra Toscana e Umbria.

Ma Alice non è nuova al festival di Cannes.
La sua opera prima, infatti, era stata accolta molto bene alla Quinzaine des réalisateurs nel 2011 e aveva piacevolmente sorpreso la critica e il pubblico.
«Corpo celeste» è un film delicato, molto poetico, che vede come protagonista una ragazzina, Marta, che dopo essere cresciuta in Svizzera, torna a Reggio Calabria; immersa nella terribile realtà urbana calabrese, si deve preparare alla Cresima.
Quello di Marta è un viaggio dantesco, durante il quale deve affrontare una società chiusa, molto ignorante, guidata da dettami religiosi, ma a loro volta intrappolati nel circolo vizioso della tradizione, più che della fede, con un parroco che è più politico che uomo di chiesa.
Personaggi vividi e terribili, donne radicalmente cattive, situazioni ed episodi frustranti sono i “lampi” che illuminano il percorso che Marta fa verso la Cresima.

L’abilità della regista è di saper dirigere l’intero cast, formato per lo più da attori non professionisti. Le soggettive, spesso ad “altezza bambino”, permettono allo spettatore di entrare in sintonia con Marta, vedendo il mondo con gli occhi della ragazzina. Le scene interne, spesso girate in ambienti disadorni e freddi (specchio di una solitudine malcelata), si alternano con il caotico arredo urbano di una società confusa nel traffico, così come nell’interpretazione della morale religiosa.

L’incontro con un prete folle porterà Marta a una vera e propria redenzione epifanica finale, dove la sovversione delle regole, la ribellione allo status quo sociale e la fuga verso la libertà (stavolta l’orizzonte limitato di un cantiere e non il mare come dei «400 colpi») richiamano alla memoria tanto cinema francese a noi caro, da Jean Vigo a François Truffaut.

Questo film-gioiello sarà proposto da Rai5, martedì 27 maggio alle 21.15.

Di seguito il promo: