Job on call
di Leone Boccacci

La formazione è obbligatoria anche per i lavoratori a chiamata o intermittente. Una tipologia contrattuale che sta prendendo sempre più piede in Italia, in particolar modo nel settore della ristorazione


Il contratto intermittente, meglio noto come lavoro a chiamata o job on call, è un contratto di lavoro mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione del datore di lavoro per prestazioni di carattere discontinuo o intermittente per periodi predeterminati nell'arco della settimana, del mese o dell'anno.

Il testo dell’art. 2 comma 1 lettera a è il seguente:

Lavoratore: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari."

Dall’esame della definizione di lavoratore si evince la presenza di due posizioni imprescindibili:

1) Esiste un lavoratore, ai sensi del Testo Unico, nel momento in cui esiste anche un Datore di Lavoro, pubblico o privato.

2) Il tipo di contratto di lavoro è assolutamente irrilevante, indipendentemente dalla tipologia contrattuale.

Oggi si ritrovano nelle aziende sempre di più lavoratori atipici, vale a dire lavoratori con contratto diverso dal lavoro dipendente, che tuttavia operano all’interno delle aziende agli ordini del Datore di Lavoro e svolgono le stesse mansioni dei lavoratori dipendenti classici, utilizzando attrezzature, macchine ed impianti dell’Azienda.

Ai fini della applicazione del D.Lgs 81, questi sono a tutti gli effetti "lavoratori" e il Datore di Lavoro è tenuto ad assolvere nei loro confronti a tutti gli obblighi, quali ad esempio le misure di prevenzione protezione collettiva, la formazione e l’informazione, la fornitura dei dispostivi dei protezione individuale (DPI) e la sorveglianza sanitaria.
 
Leone Boccacci - SeIL