L'indecisione del decidere 1.2
di Dru

Nel 1.1 abbiamo detto in parole poverissime che la volontà di potenza riconosce l'ente come quel qualche cosa che oscilla tra l'essere e il niente


La decisione del mortale è questo sapere, è sapere di potere sulle cose che oscillano divengono.
Questo sapere è convinzione, persuasione, fede, fiducia nell'oscillazione.

Questa fede per decidere deve lasciarsi alle spalle ogni incontrovertibile verità che bloccherebbe questa oscillazione, questa la sua coerenza, la coerenza di questo sapere originario.
Il satollo impedirebbe ogni divenire, ogni novità:
Democrito dice che ad ogni pieno vi è il vuoto, senza vuoto come potrebbe costituirsi il pieno, come potrebbe muoversi il solo pieno? Democrito è il fondatore della fisica.

Ma all'incontrovertibile verità si pone alla base l'incontrovertibile controvertibile, cioè l'ipotes) che giustamente attende ciò che non è nulla, ma la novità, e del nulla è preda, l'ipotesi è sempre preda della sua negazione, la sua negazione è il fondamento del dubbio.

Ora, dubitare significa quel qualche cosa che è sempre esposto alla negazione, quel qualche cosa che è controvertibile appunto.

Ma dubitare e decidere si contraddicono, perché decidere è superamento del dubbio, è non avere dubbi, non decideremmo nulla senza isolare da sé il dubbio nel decidere.

La convinzione o fede è questo isolamento.

"L'azione tecnologica  è quindi possibile solo in quanto si ha fede, ossia non si dubita di ciò che la coscienza scientifica, secondo cui l'azione tecnologica si realizza, conosce come ipotesi e quindi come dubita bile."

La fede,come dicevo, isola il contenuto dell'ipotesi, la sua controvertibilità, la sua sempre presente negazione, e gli dà quel carattere di incontrovertibilità.

"Quel sottrarre e questo attribuire sono la fede la convinzione, cioè sono la decisione."

*Sempre ispirato profondamente da "Destino della Necessità".