Brozzo: la famiglia Zappa attende ancora l'indennizzo
di Erregi

Sono passati oltre sette mesi dall'esplosione di una bomba d'acqua sull'abitato di Brozzo e la famiglia più colpita, quella degli Zappa, dice di non avera avuto alcun indennizzo né un'offerta di rimborso

 
Non c'è rabbia nelle parole della famiglia Zappa, ma solo amarezza: nessuno vuole fare la guerra alla Ghidini Trafilerie, nessuno vuole speculare, ma Italo e il figlio James con la moglie Mara vogliono indietro ciò che è loro, dopo oltre sette mesi dalla perdita di molto di ciò che avevano.
 
La bomba d'acqua esplosa letteralmente a pochi passi dall'ingresso della loro casa di via Chiesa ha portato via con sé non solo beni materiali come mobili, vestiario e attrezzature, ma anche i ricordi di una vita, persi per sempre nel fango e nel fiume in piena sceso dalla montagna.
 
Eppure, a quattro mesi dall'ultima perizia dell’assicurazione della Ghidini e di quella nominata dal tribunale, non solo non è arrivato nemmeno un euro, ma la famiglia ancora non ha in mano un dato reale a cui aggrapparsi: ancora non si sa a quanto dovrebbe ammontare l'indennizzo, nemmeno a grandi linee.
 
Si sa che i tempi degli iter burocratici italiani sono sempre lunghi e poco chiari, ma non è questo a lasciare l'amaro in bocca agli Zappa: dopo la lettera inviata alla popolazione dalla ditta responsabile della centrale idroelettrica, in cui si esprimevano solidarietà e vicinanza, non c’è stato alcun sostegno economico o morale.
 
Finora i soli a dover sborsare ingenti quantità di denaro sono proprio i proprietari della casa: si stima che siano già stati spesi 250 mila euro, tra messa in sicurezza con infiltrazioni di particolari resine, ripristino di impianti elettrici o idraulici, spese per serramenti e infissi, opere murarie e acquisto di nuovi vestiti e attrezzature.
 
E non finisce qui: le due auto di James e Mara sono state rottamate perché ormai inservibili, la casa è rimasta inagibile per lungo tempo e il fango, una volta seccatosi, ha devastato il poco che sembrava poter essere salvabile.
 
Non mancano, però, le rassicurazioni da parte dei responsabili della Ghidini Trafilerie, che si dicono disposti a sollecitare la propria compagnia assicurativa affinché velocizzi i tempi per definire l'indennizzo e liquidarlo, essendo l'ultimo che manca all'appello, oltre che il più significativo.
 
Resta, però, da parte di Italo Zappa, la convinzione che tutto questo si sarebbe potuto e dovuto evitare: era stato proprio lui che, negli anni, aveva segnalato perdite e mancanza di manutenzione, ma nulla era cambiato, fino a che la sua famiglia si è ritrovata a rischiare la vita e tutto ciò che possiede.
 
Ora l'impianto è stato dissequestrato, ma la prima cittadina e gli enti preposti si oppongono a qualunque riavvio delle attività senza la previa ricostruzione e rimessa a norma dell'intero impianto da Tavernole a Brozzo.