Il libro del polavenese Anselmo Palini stasera a Gambara
di Vanessa Maggi

Stasera alle 20.30 presso il centro parrocchiale Paolo VI di Gambara si tine un'altra presentazione del volume realizzato dal professore triumplino sulla figura di don Pierluigi Murgioni, che negli anni Settanta ha conosciuto il carcere duro del regime uruguaiano

 
Trasferta bassaiola stasera per il professor Anselmo Palini, originario di Polaveno e insegnante di Lettere all'Itis di Gardone Val Trompia.
 
Un tour per la presentazione del suo libro "Pierluigi Murgioni. Dalla mia cella posso vedere il mare" che continua alle 20.30 presso il centro parrocchiale Paolo VI  di Gambara.
 
Insieme all'autore del volume, alla serata saranno presenti mons.Giambattista Targhetti, che visitò in carcere in Uruguay don Pierluigi; don Saverio Mori, già parroco di Gottolengo, compagno di seminario, di missione e, per alcuni giorni, anche di prigionia di don Murgioni; Pino Murgioni, fratello di Pierluigi Murgioni.
 
Una presentazione che avviene a vent'anni dalla morte di don Murgioni (2 novembre 1993) e cercherà di avvicinare il pubblico alle vicende del missionario bresciano.
 
Il Concilio Vaticano II e la Conferenza di Medellin, la teologia della liberazione e le comunità di base, la scelta dei poveri e la denuncia delle ingiustizie strutturali, la testimonianza evangelica e la persecuzione: tutto questo troviamo nella vicenda del bresciano Pierluigi Murgioni.
 
Arrestato e sottoposto a inaudite torture, venne rinchiuso in carcere per oltre cinque anni, dal maggio 1972 all’ottobre 1977, per la sola colpa di avere proposto con la parola e con l’esempio il messaggio evangelico di pace e di giustizia. Ma in un Paese, come l’Uruguay, retto da una dittatura militare, predicare il Vangelo significava essere considerato un pericoloso sovversivo.
 
Per un certo periodo nel carcere di Punta Carretas è stato detenuto nello stesso piano in cui era rinchiuso anche l’attuale Presidente dell’Uruguay, José Mujica (che si fece oltre tredici anni di prigione).
 
Don Pierluigi venne poi rilasciato ed espulso dal Paese grazie all’interessamento della Santa Sede e del Pontefice in persona, Paolo VI (che l’aveva ordinato sacerdote il 3 luglio 1966 nella basilica di S. Pietro), del Governo Italiano e della Chiesa bresciana. Nonostante i terribili anni trascorsi in prigionia, don Murgioni tornò in Italia ancora più convinto del fatto che quella del Vangelo e della nonviolenza fosse l’unica strada da percorrere.
 
Nel 1992 vi sono le prime avvisaglie di problemi di salute e la situazione poi precipita velocemente. Tutto ciò è probabilmente la conseguenza di una lenta degenerazione degli organi più martoriati dalle torture subite nelle carceri uruguayane di  Punta Carretas e di Libertad. Muore a soli cinquantun anni il 2 novembre 1993 a Gaino, dove è sepolto.