Fuochi di Ferragosto
di Itu

Per abitudine o ispirazione a Ferragosto la scena notturna è ad aspettare i fuochi d'artificio di Mura


Ormai è un classico, a Ferragosto lo spettacolo non è andare a spiare i luoghi inossidabili agli amanti dell’uscita forzata fuori porta, è proprio aspettare il tramonto di quel rosa aranciato nel cielo delle prime giornate acciaccate della bolla di calore e guardare l’orologio: alle undici i fuochi d’artificio sopra Mura.

All’inizio vorrei tanto ripensare di aspettare il buio, il torpore da digestione di salamelle e polenta mi indicherebbe di desistere e abbandonarmi al sonno, ma guardo il cielo che mi offre le sue stelle brilluccicanti e mi lascio accompagnare alla bellezza della notte estiva.

A volte dal versante opposto al paese, quasi frontale, in ritrovo silente e sconosciuto con i compaesani che si danno appuntamento sui tornanti che scendono verso Casto, poco inquinamento da luci e quasi sotto lo sversamento della pioggia colorata dei fuochi.

Quest’anno un po’ più in alto sullo stesso versante della montagna, il cielo più vasto sopra di me, una civetta domanda qualcosa dal bosco e poi i tre botti di inizio spettacolo.

Si addensa nel buio il fumo e poi quel rumore di frittura scoppiettante che disegna schizzi e bolle e fontane e bisci come di pittura schizzata su foglio nero.

Sono troppo lontana per sentire l’odore acre ed anche gli scoppi rimbombano meno dalla nuova posizione.

La civetta si è chetata, avrà inclinato la testa tra i rami e si sarà chiesta quale novità quel rumore e quella luce abbagliante: fare i turni di notte a volte regala meraviglie.