Funghi, tra passione e pazienza
di Erregi

Andare a funghi non sempre e non necessariamente implica il ritornare a casa con il cestino pieno di prelibatezze, anzi! Servono determinate condizioni climatiche perché i funghi, sia commestibili che non, si sviluppino, e mal che vi vada, avrete fatto una passeggiata salutare

 
La comparsa e la crescita dei funghi sono legate a particolare condizioni climatiche che riguardano sia la temperatura, che generalmente deve essere compresa tra i 15 e i 25 gradi, che il  tasso di umidità dell'aria e del terreno.
 
Se queste vengono a mancare, non stupitevi se in una zona dove siete sempre riusciti a raccogliere buone quantità di funghi, capita, certi anni, di non trovare nulla: chi va a funghi deve sempre partire con la consapevolezza che c'è anche il rischio di tornarsene a casa sconfitti.
 
Cercate il lato positivo, però: se anche non vi aspetta un risotto fumante con funghi porcini, almeno avrete fatto una passeggiata in montagna e, se invece vi va bene, la ricompensa sarà doppia, ma sempre facendo attenzione sia ai funghi velenosi che alla normativa e ai permessi di raccolta.
 
In questo periodo, comunque, dovreste poter andare sul sicuro: la produzione di funghi, generalmente, raggiunge il suo picco tra la metà di agosto e la metà di ottobre e nelle giornate afose, specie se si presentano dopo scrosci di pioggia, andare a funghi non è solo un modo per sfuggire alla canicola, ma anche una strategia che di solito paga.
 
Armatevi di scarponcini, bastone e cestino, quindi, ma assicuratevi anche, se non siete esperti, di portare con voi qualcuno che ne sappia un po' di più e, comunque, non prendetevela troppo se la vostra escursione non va a buon fine: c'è tempo fino ad ottobre inoltrato.