Lumezzane: se la pianta segnala una buca
di Redazione

Lungo un tratto di via Valsabbia si è allargata nei giorni scorsi una buca nell'asfalto, alla quale qualche mano pietosa ha rimediato con una piccola piantina di carpino bianco. In attesa che il beltempo arrivi e consenta rappezzi definitivi

 
Son tornate a fiorire le ... buche, invece delle rose. Maggio bizzarro e meteorologicamente sghembo le cui piogge torrenziali riducono l’asfalto a gruviera.
 
Un’emergenza? Anche, perché il maltempo non ha consentito finora d’intervenire radicalmente con i rappezzi, ma solo a momentanea copertura dei crateri. I quali, al passaggio dei veicoli e alla insistita ripresa delle piogge, ritornano più vivi e fastidiosi che mai.
 
In via Valsabbia è ... fiorita (siamo o non siamo in primavera?) anche una segnalazione fai da te: sul quasi rettilineo che dall’ultimo tornante porta all’ex pizzeria «Interno Sette», una buca (probabile cedimento d’un tombino) si è allargata, creando evidente pericolo per i veicoli in risalita.
 
Una mano ... pietosa ha pensato bene di rimediare con un ramo di carpino, folto di verdi foglie, infilandolo a segnalare la presenza della buca. In seguito gli addetti del Comune hanno posto il più aderente triangolo di pericolo, ma lasciando anche il ramo.
 
Se il tempo dovesse finalmente volgere al bello, si dovrebbe passare dagli interventi d’emergenza a quelli definitivi, come a suo tempo avevano dichiarato il sindaco Silverio Vivenzi e l’assessore ai Lavori pubblici Mario Salvinelli.
 
I soldi a quanto pare ci sono, ma per potere seguire i rappezzi occorre il sole. Eppure maggio sta già per finire, ma in fatto di maltempo i nostri
bis-trisavoli setacciavano la saggezza accumulata dall’esperienza di secoli, coniando un detto decisamente rivelatore: «Enfina ai quaranta de mah, tö mia dhó i tò petàh».
 
Fuori dal sostanziale ermetismo dell’irsuto dialetto valligiano: "fino ai quaranta di maggio non toglierti gli indumenti pesanti", traduzione priva dell’efficacia dialettale, ma pure rivelatrice. In attesa che fioriscano anche le rose. Come si deve. 
 
 
Fonte: Egidio Bonomi, "Giornale di Brescia", 28 maggio 2013.