Karamazov
di Davide Vedovelli

Lunedì 14 e martedì 15 febbraio arriva al Teatro Sociale di Brescia César Brie con lo spettacolo tratto dal libro di Dovstoevskij

Tutto esaurito per quest'importante appuntamento che fa parte della rassegna “altri percorsi” organizzate anche quest'anno dal Centro Teatro Stabile di Brescia. L'organizzazione però precisa che se qualche d'uno volesse provare a vedere lo spettacolo basti che si presenti la sera stessa e sperare in qualche rinunciatario, che quasi sempre c'è. Lo spettacolo è di César Brie. Una vita non facile quella di questo regista, che ha sempre denunciato ingiustizia e abuso di potere, pagando di persona queste scelte. César Brie inizia a fare teatro a diciassette anni. Nel 1972 partecipa alla fondazione della Comuna Baires, recitando in più produzioni, dirette da Renzo Casali e Liliana Duca. Con questo gruppo è costretto ad autoesiliarsi a Milano nel 1974 a causa delle persecuzioni operate dalla dittatura militare (Un membro della Comuna Baires venne sequestrato e torturato). Nel 1980 incontra Iben Nagel Rasmussen, si trasferisce in Danimarca e partecipa alla fondazione del gruppo Farfa insieme a Pepe Robledo, Maria Consagra, Daniela Piccari e Dolly Albertin, definendo la possibilità di un confronto diretto con l'Odin Teatret ed Eugenio Barba. Nel 1990, si separa da Iben, e lascia l'Odin, con l'idea di concludere l'esperienza europea per un nuovo progetto in America Latina. Nell'agosto del 1991, insieme a Naira González e a Giampaolo Nalli, fonda in Bolivia il Teatro de Los Andes. Insieme alla comunità Yotala, in un piccolo paese vicino a Sucre, crea una struttura che produce spettacoli di ricerca. Il gruppo, oltre a produrre spettacoli in Europa, lavora su una ricerca della memoria andina, ricollegandosi ai miti del luogo. Nel 2010 César Brie e costretto a lasciare il Teatro de los Andes e la Bolivia a causa delle minacce di morte ricevute dopo aver diffuso il suo documentario “Tahuamanu" nel quale svela cosa è realmente accaduto l’11 settembre 2008 in Bolivia, data in cui i campesiños, che difendevano il diritto alla terra, sono stati massacrati e uccisi da squadristi legati all’opposizione fascista.

Lo spettacolo che ci presenta è liberamente tratto da“I fratelli Karamazov”di Fëdor Dovstoevskij, l' adattamento e la regia sono di César Brie. Sul palco :César Brie, Mia Fabbri, Daniele Cavone Felicioni, Gabriele Ciavarra, Clelia Cicero, Manuela De Meo, Giacomo Ferraù, Vincenzo Occhionero, Pietro Traldi, Adalgisa Vavassori.
Spettacolo ridotto all’osso, che mantiene un’incredibile profondità, in cui la famiglia è protagonista indiscussa ed è vista attraverso lo sguardo puro dei bambini.

César Brie, artista molto amato dal pubblico, torna sui palcoscenici italiani con un nuovo spettacolo dal titolo Karamazov che nasce dalla riduzione teatrale di parte del romanzo I fratelli Karamazov di F. Dostoevskij e si arricchisce di un lavoro di ricerca sugli oggetti e sulla creazione di immagini che traggono spunto dal romanzo stesso. Con uno sguardo sempre attento alle tematiche sociali e la sensibilità propria dell’artista, César Brie, interprete e regista con un gruppo di giovani attori, si avvicina uno dei grandi capolavori della letteratura russa con una lente che mette in evidenza il lascito etico, morale e spirituale di uno dei più grandi conoscitori dell’animo umano in letteratura.

Nel testo si confrontano tutti gli aspetti dell’anima umana: la passione e l’istinto (Dimitri), la ragione e il dubbio (Ivan); la bontà e la purezza (Alekséj); il risentimento e la vendetta (Smerdjakov); la cattiveria, il sentimentalismo, l’egoismo e l’edonismo (Fëdor il padre); la santità (lo Starets). Più di mille pagine sono state ridotte a 65 pagine di copione; capitoli interi sono sintetizzati in aforismi, personaggi secondari spariti, altri uniti in una sola figura, ma ciò nonostante lo spirito del romanzo rimane vivo e attuale.

Appuntamento quindi al Teatro Sociale di Brescia per lunedì 14 e martedì 15 febbraio.