Giudice di Pace: alcune rassicurazioni
di Erregi

È stata fatta un po' di confusione sul servizio del Giudice di Pace a Gardone e in generale in Valrompia: di seguito i chiarimenti e qualche rassicurazione, giunte direttamente dal dottor Carlo Grimaldi, che segue con questo ruolo 13 comuni triumplini

 
Innanzitutto, una errata corrige è doverosa: il servizio del Giudice di Pace al complesso "Le Torri" di Gardone non è stato rimosso. O, per lo meno, non ancora: la spending review e i tagli ai costi sono sfociati, in questo senso, nella proposta di concentrare gli uffici giudiziari nei tribunali dei capoluoghi di provincia.
 
Proposta alla quale è seguito un provvedimento che, però, ancora non è attivo perché non ancora pubblicato ufficialmente. E mentre si attendono i tempi, come di consueto lunghi, del decorso della proposta, è stata fortunatamente inviduata anche una soluzione.
 
E qui c'è una seconda errata corrige da diffondere: in un precedente articolo, erroneamente, è stato dichiarato che la soluzione per i 13 comuni che si avvalgono del Giudice di pace con sede a Gardone, sarebbe il pagamento da parte dei cittadini di una piccola quota per lo stipendio del giudice.
 
"In realtà - come ha spiegato e chiarito il dottor Carlo Grimaldi, Giudice di pace del comprensorio giudiziario che coinvolge 13 comuni triumplini - ai cittadini andrebbe l'onere delle spese per il cancelliere e per la gestione logistica dell'ufficio: telefono, internet, pulizia e varie".
Sempre che di onere si possa parlare: i dati, infatti, parlano di una spesa, arrotondata per eccesso, di circa 50 mila euro annui, da spalmare su una popolazione di 73 mila residenti, per un totale di meno di 70 centesimi di euro a testa.
 
Lo stipendio del giudice, invece, resterebbe a carico del Ministero della Giustizia mentre se, come auspicato anche dal primo cittadino gardonese Michele Gussago, tutti i comuni aderenti alla Comunità montana si unissero anche per quanto riguarda questo importante servizio, i costi per i comuni diminuirebbero ulteriormente.
 
E per la giustizia, certamente, i soldi sono ben spesi, soprattutto se si considera a quanti altri servizi, ultimamamente, la Valtrompia abbia dovuto rinunicare, a partire dal servizio di maternità all'ospedale, o a quante altre spese meno importanti i cittadini si accollino.
 
Ma lasciamo che siano i dati a parlare: nell'ultimo triennio e non solo, l'attività giudiziaria del dottor Grimaldi, anche grazie allo staff e al cancelliere Lombardi, sono stati il fiore all'occhiello dell'efficienza degli uffici e della burocrazia a Gardone e in Valle.
 
Nel 2009 sono state 348 le cause ordinarie definite, 211 i decreti ingiuntivi e 91 le conciliazioni, mentre nel 2010, le cause ordinarie scendono a 275, i decreti salgono a 256 e le conciliazioni calano a 75.
 
Il 2011, infine, ha visto 198 cause ordinarie, 242 decreti ingiuntivi e 77 conciliazioni. Tutti numeri che devono far riflettere e mobilitare l'opinione pubblica, oltre che le amministrazioni: il servizio svolto dal Giudice di Pace è davvero qualcosa a cui la Valtrompia può rinunciare?
 
I soldi, per altro pochi, richiesti ai contribuenti non sono nulla in confronto al risparmio che nasce dall'avere questo servizio a pochi chilometri da casa invece che a Brescia, senza contare il risparmio anche in termini di tempo.
 
La speranza, ovviamente, è che la popolazione sia disposta a spendere quei 70 centesimi per il mantenimento del servizio e, sulla strada della collaborazione con tutti i comuni della Comunità montana, ci si sta già muovendo, sperando nel sostegno della cittadinanza, molta parte della quale ha già avuto modo di conoscere la professionalità e l'utilità del Giudice di pace.