«Sulla strada» di Francesco De Gregori
di Davide Vedovelli

Arriva un nuovo album del principe dei cantautori. Francesco De Gregori è uno degli artisti più proficuo della scena musicale italiana, sfornando quasi un album all'anno tra inediti, live in studio e raccolte.

 

Il dubbio che viene è se ha davvero molte cose da dire o lo fa per abitudine; non siamo così maligni da pensare che siano questioni di vil denaro. L'album “sulla strada” è un disco di inediti ed è l'ultima fatica del cantautore romano.

Il titolo prendo spunto dal romanzo di Kerouac, che lo stesso De Gregori ammette di avere letto solo di recente, ma non è un concept album. Superata la prima traccia – che è appunto la title trak – ritmata, folk-rock ed incalzante, snocciola altre 8 canzoni, per un totale di 9 pezzi, che staccano dall'ultima produzione del cantautore. Non so dire se è un ritorno al passato, un ricercare la propria dimensione, complici anche le ultime immersioni nella canzone popolare, ma il risultato è tutto sommato buono. Non eccelle ed è lontano dalla poesia di “amore nel pomeriggio”, fa un buon esercizio di stile, ma per quanto sia lezioso, è pur sempre De Gregori e sa come far emozionare e mettere insieme le parole. Si diverte con il pezzo “Omero al Cantagiro”, parla d'amore con “guarda che non sono io” ed eccelle con una lettura del secolo passato con “La guerra” da ascoltare in auto a volume altissimo.

In due pezzi fa capolino la voce di Malika Ayane: Omero al cantagiro e “La ragazza del 95” che però non entusiasma e sembra un riempitivo. Per quanto criticabile, scontroso o contraddittorio, antipatico o ermetico, resta pur sempre uno dei più grandi artisti italiani e ci viene naturale perdonargli qualche caduta di stile o giustificare qualche canzone non all'altezza delle aspettative. La cosa però preoccupante che un disco come “sulla strada” che non definirei propriamente ispirato, resta tra le migliori proposte degli ultimi tempi; come a dire: anche se non mi impegno sono comunque meglio di tutti gli altri.