Brescia e le morti bianche: dati sinistri
di Erregi

Stando alle statistiche, nel corso dell'appena concluso 2012, 35 sono state le vittime nel bresciano, cifra che comprende anche gli nincidenti avvenuti mentre le vittime si recavano sul luogo di lavoro

 
Un anno da dimenticare, il 2012, per quanto riguarda le vittime del lavoro e la provincia di Brescia si riconferma tristemente alta nella classifica, dividendo questo brutto primato con Torino, a pari demerito nella classifica nazionale del rischio sul posto di lavoro.
 
Anche Modena, che eppure è giustificata dal tragico teremoto che l'ha colpita, è riuscita comunque a fare meglio, mentre a Brescia si aggiunge anche il conteggio dei lavoratori bresciani deceduti mentre lavoravano fuori città, e delle morti "grigie", dovute a incidenti avvenuti nel tragitto
verso il proprio luogo di lavoro.
 
E nonostante la crisi del lavoro e il crescente numero di persone che perdono l'occupazione, il calo registrato a livello nazionale nel numero di morti bianche è solo del 4%, senza contare che i dati statisctici, ovviamente, si possono riferire solo a quei lavoratori con un regolare contratto e non a quelli in nero.
 
A portare il peso maggiore, poi, sono tuttt'ora le aziende piccole dove la prevenzione viene meno e i sindacati pure e, parallelamente, circa un terzo dei morti sul lavoro sono occupati nel settore agricolo, subito seguito da quello edile nella macabra graduatoria.
 
Solo una è la buona notizia che giunge da Brescia e provincia: da ben sette anni non si registra una morte bianca che coinvolga una donna, magra consolazione, certo, ma meglio che niente e, nel frattempo,ci si chiede quanto la prevenzione possa davvero influire o se, invece, non sia il caso di passare a soluzioni più drastiche.