Se le parrocchie della Valgobbia vanno evaporando
di Fonte: Egidio Bonomi, "Giornale di Brescia", 7 dicembre 2012

Ad oggi a Lumezzane due delle tre principali parrocchie sono senza parroco. Il futuro che va disegnandosi è quello di un sistema parrocchiale unificato con un unico parroco, anche se così verrebbero vanificate le importanti strutture e identità di ciascuna realtà

 
La storia corre all’incontrario: le parrocchie di Lumezzane, ben sette, vanno scomparendo, rapidamente avviate all’unificazione forzata a causa della carenza di clero.
 
Due delle tre parrocchie principali, S. Apollonio e Pieve, sono senza parroco: mons. Tino Bergamaschi chiamato da S. Apollonio a Montirone; mons. Franco Turla avviato alla sua Montisola per raggiunti limiti d’età. S. Sebastiano è retta da don Giulio Gatteri.
 
Il futuro, stando anche al riordino ventilato a livello diocesano, dice di un solo parroco per tutta Lumezzane, coadiuvato da cinque o più curati. Il che mette in semiscacco le attrezzature eccellenti di cui dispone ciascuna parrocchia: oratori ben funzionanti, sale teatrali e cinematografiche, migliaia di giovani che frequentano quegli ambienti...
 
Storia all’incontrario, si diceva, perché un tempo esistevano soltanto le tre parrocchie principali di cui si è detto, più due Comuni, Sant’Apollonio e Pieve, divenuti tre nel 1921 quando S. Sebastiano si è reso indipendente da S. Apollonio, salvo essere costretti all’unificazione col decreto regio del dicembre 1927 che stringeva la valle di Lumezzane in un solo nodo amministrativo.
 
Le parrocchie, si diceva: Fontana che, con qualche stranezza geografica data la lontananza, si stacca da Sant’Apollonio nel 1836 e si regge a parrocchia, intitolata a S. Rocco, solo nel 1936, assorbendo anche la frazione Renzo.
 
S. Sebastiano, frazione di S. Apollonio, diviene parrocchia indipendente nel 1838.
 
Nel 1942 nasce la parrocchia del Villaggio Gnutti, realizzato dalla famiglia dei Pèhte nel 1939, e viene intitolata a S. Giorgio. Nel 1954 raggiunge l’autonomia anche la parrocchia di Valle, intitolata a S. Carlo Borromeo, comprendente le frazioni Valle, Mezzaluna e Termine.
 
Ora si va delineando il processo contrario. S. Apollonio è retto provvisoriamente da don Giancarlo Scalvini. Pieve si vedrà. La forza centrifuga che ha caratterizzato la storia delle parrocchie lumezzanesi è obbligata a farsi centripeta.
 
Un esercizio difficile, data la divisione che ha sempre distinto la Valle e i suoi abitanti al punto che, ancora oggi, nell’aspro dialetto locale ci si identica con «Quìi de Han Bahcià... quìi de Hunìc, de la Piéh, de la Faidana...», ossia quelli di S. Sebastiano, di S. Apollonio, della Pieve, di Faidana... Meno sacerdoti, meno campanili, più coesione. Che sia il tempo dei laici?