Il racconto del viaggio sotterraneo di «Maya e Bef»
di Erregi

A raccontare com'è andata davvero in quelle 25 ore trascorse sotto terra in attesa di una possibile Apocalisse è il presidente di Speleo Valtrompia, Giorgio Bertone, con le prime impressioni a caldo sulla manifestazione

 
“È ' stata un'esperienza unica! Per qualcuno di noi e' stata la prima volta in grotta per così tanto tempo”, questa la primissima affermazione a caldo di Giorgio Bertone, presidente di Speleo Valtrompia che, insieme ad altri colleghi ha appena vissuto l’esperienza unica di “Maya e Bef”, 25 ore in grotta a Polaveno.
 
“Abbiamo creato un campo base con teli e cordini e teli termici- continua- perché la temperatura interna era davvero da fine del mondo e anche l'umidità, ma riparati da questa sorta di tenda con all'interno fornellini e candele la temperatura si è alzata di qualche grado”.
 
“Una volta entrati nel proprio sacco a pelo verso le 4 di mattina- prosegue- dico la verità, si stava bene. È stato più “traumatico” il risveglio- dichiara- ci siamo un po' preoccupati della profezia Maya, visto che alle 10 c'era ancora buio, poi ci siamo resi conto che eravamo sottoterra!”.
 
Abituarsi al fatto di non essere sulla superficie della Terra, ma al suo interno, infatti, non è stato un processo così immediato, mentre, d’altro canto, si ha la sensazione di essere in un’altra dimensione.
 
“Avevamo con noi due orologi - racconta ancora Bertone - ma il tempo là sotto è sembrato con una velocità innaturale, forse anche perché ci siamo tenuti occupati: abbiamo risalito ed esplorato due "camini" che ci permetteranno (visto i dati che abbiamo in merito ad altre due grotte che stiamo aprendo all'esterno) di entrare in questa grotta da un secondo ingresso evitando, così, la parte tettonica e franosa dell'ingresso principale”.
 
“Questo permetterà, inoltre, di risparmiare un po' di "strada" per andare a lavorare nelle zone più profonde della grotta e quindi continuare l'esplorazione”. Ma lavoro a aprte, quali sono state le impressioni una volta usciti dalla grotta e accolti dalla folla? “All'esterno la Festa e' stata bellissima e la partecipazione ottima: gli Alpini sono gli Alpini è hanno dato il meglio, mentre la Squadra antincendio ha organizzato una suggestiva fiaccolata fino a Punta dell'Orto e la vista sul Lago di Iseo era stupenda”.
 
“All'uscita, alle 00.01 erano in tanti ad accoglierci, c'erano anche alcuni membri della IX Delegazione del Soccorso alpino e speleologico, ospiti che dobbiamo ringraziare con il cuore per la loro presenza”. Insomma l’impressione è che questo grande evento nato quasi per gioco sia andato veramente bene, ma l’energia dell’associazione triumplina non è ancor esaurita.
 
I prossimi obbiettivi sono un documentario sull’evento, fotografie e serate divulgative, un percorso didattico sempre a Punta dell'Orto e dintorni per le scolaresche e ovviamente un corso di 1° livello di Introduzione alla speleologia per far conoscere alla gente questo meraviglioso mondo sotterraneo.
 
“Gli ambienti carsici e l'acqua contenuta nel sottosuolo, vanno tutelati e protetti dall'inquinamento esterno che si traduce non solo in rifiuti ma anche in ignoranza delle persone - conclude Bertone - e col tempo la popolazione dovrà attingere sempre più a questa risorsa primaria chiamata acqua. Qualcuno oltre a chiamarci speleologi, comincia a considerarci custodi dell'acqua”.