Quando a Lumezzane si sfidavano Intrepida e Canarini
di Fonte: Egidio Bonomi, «Giornale di Brescia», 13 dicembre 2012

Una fotografia datata 1947 emersa da un cassetto per raccontare la storia di un calcio valgobbino diviso tra San Sebastiano e Sant'Apollonio, dove come primo campetto fu utilizzato il vecchio cortile delle elementari

 
Intrepida contro Canarini, ed è subito calcio dei primordi a S. Apollonio. Lo riporta alla memoria una fotografia del 1947 che definire storica sa di minimale.
 
È ... risorta dal fondo d’un cassetto di Celète Bonomi, oggi 88enne. Con la sorella Cia, novantenne, aveva realizzato le maglie dell’Intrepida, marrone quasi grigio, fascia pettorale e collo amaranto. Siamo ai primi calci ufficiali a S. Apollonio.
 
A S. Sebastiano sgambava la temibile squadra dei Sorci Verdi. A S. Apollonio c’era il campetto dell’oratorio costruito (l’oratorio) nel 1915 da don Giovanni Rovetta, curato che utilizzò sostanze proprie per realizzare anche il teatro e l’oratorio femminile. Più che un campo era una cava di sassolini, orlata dal marciapiede in cemento sul lato nord all’entrata delle aule di catechismo, più trapezio che rettangolo.
 
Per poter disputare gare regolari del Csi bisognava disporre di terreno adatto. Fu individuato nel cortile della scuole elementari di S. Apollonio, allora sterrato e più ampio. In un baleno vennero infisse le due porte. Poi una rastrellata a mano al cortile assurto nobilmente a campo di calcio ed ecco pronto il terreno per il cimento più rovente. L’Intrepida squadra ufficiale, i Canarini in seconda battuta.
 
La fotografia ritrae i calciatori (tutti di S. Apollonio) a corona del vescovo lumezzanese Mons. Bonifacio Bertoli, missionario in Libia, sede vescovile a Tripoli. Era risalito a S. Apollonio, frazione natia, dopo la consacrazione in S. Ambrogio a Milano. Memorabile la partita amichevole con giocator del Brescia di quegli anni, il portiere Mombelli in grande spolvero, che sarà poi portiere del Lumezzane professionistico di Quarta Serie, con Gegio Messora allenatore-giocatore, altra gloria del calcio nazionale.
 
I calciatori in foto sono tutti scomparsi tranne gli ultimi due accovacciati a destra – Ernesto Sabotti, detto Neti, e Nino Prandelli de Pi’ - oggi ultraottantenni. Gli altri in alto, da sinistra, sono Giovanni Bugatti, detto Ferìte; Agostino Reculiani; Ciso Bonomi de Margnüche; Francesco Reculiani, detto Chino; Nino Maratti de Canditina, pungente aletta farfallina; Emo Bonomi, de Margnüche, paracadutista della Divisione Folgore, reduce da 42 mesi di prigionia in Africa e allenatore delle due squadre. Poi Augusto Becchetti, de Bühgio, detto Binda (andava fortissimo anche in bicicletta) perito in un assurdo incidente stradale sul rettilineo che da Crocevia risale la Valle.
 
In motocicletta era finito contro le stanghe d’un carretto privo d’un pur minimo segnale luminoso. L’Intrepida, a suo ricordo, si chiamerà poi Augusta, nome che, a distanza di 65 anni, porta tuttora la squadra Csi dell’oratorio di S. Apollonio.
 
E, ancora, Pierino Prandelli, de Pacioto, che militerà nel Lumezzane a undici giocatori. Accovacciati: Giusppe Ghidini, del Pehta, che finì girovago per l’America Latina; Angelo Ghidini dei Cèrec, detto Butù, portiere sempre in ... volo. Alla destra del vescovo i citati Nino Prandelli, portiere di ferrea presa, e Neti, forzuto terzino: una volta esplose un tiro da metà campo, la palla squassò la traversa avversaria, rimbalzò per tutto il campo ed infilò la porta dell’Intrepida.
 
Il campo delle scuole elementari tornò cortile l’8 giugno del 1948, data in cui il Provveditorato agli studi di Brescia revocò la concessione d’uso per «abusi e disordini» tra tifosi d’opposte fazioni. La parrocchia costruì un nuovo campo e la storia dell’Intrepida- Augusta proseguì. Tra carezzevole nostalgia ed un filino di... extrasistole.
 
Nell foto 1: le squadre di Intrepida e Canarini nel 1947, con al centro il vescovo mons. Bonifacio Bertoli (foto "Giornale di Brescia").