La scalinata dimenticata a Lumezzane Sant'Apollonio
di Fonte: Egidio Bonomi, «Giornale di Brescia», 9 dicembre 2012

Poco tempo fa si sono conclusi i lavori per la sistemazione del sagrato della parrocchiale valgobbina, compresi alcuni nuovi dipinti. Tutto è stato fatto, ma la scala che sale verso via Montini è stata lasciata così com'era, con gradini slabrati e anneriti

 
Il grande sagrato attorno alla chiesa parrocchiale di Sant’Apollonio è una meraviglia ora che ha ricevuto la nuova pavimentazione in cubetti di porfido,«contenuti» in geometriche strisce di bianco Botticino.
 
Un’opera attesa da vent’anni,  ma alla fine arrivata, sia pure con una spesa di 293 mila euro (di cui 70 a carico della parrocchia, il resto del Comune a ripiano di spese sostenute dalla parrocchia stessa in precedenza).
 
Tutto bene, anzi ottimo, ma con un neo vistoso: la scalinata che dal sagrato nord sale fino al monumento dei Caduti e che immette nella via Montini,strada principale di Sant’Apolloni, è in uno stato pietoso, con gradini, sempre in Botticino, slabrati, anneriti dal tempo, parti marmoree divelte, scritte sui muri che ora, a confronto con il lindore della chiesa e del sagrato, stride vistosamente.
 
La domanda che i santapolloniesi si fanno è disarmante, in sé: già che stava lavorando l’impresa per la posa della pavimentazione, parti in marmo comprese, non si poteva mettere mano anche alla scalinata, completando così un abbellimento largamente apprezzato?
 
Se la remora era la spesa, ad occhio e croce, la sistemazione della scala sembra contenibile in pochissime migliaia di euro, ma tant’è!
 
Molto apprezzate anche le figure sulla parete nord del sagrato: il Cristo risorgente, Sant’Apollonio, la Madonna del Rosario col Bambino,opera del pittore lumezzanese Pino Negroni, che ha dato alle grandi immagini sacre (altre quasi tre metri) una luminosità che "rallegra" il severo sagrato.
 
Anche qui è sorta una domanda semplice, se si vuole, ma tutt’altro che peregrina: le figure lasciate alle intemperie non andranno forse presto in deterioramento? Perché non proteggerle con una cornice e una lastra trasparente infrangibile?
 
A meno che la tinte usate non siano a prova di pioggia, gelo e neve, nel qual caso, lasciate così libere, sono più «percepibili», ma pure più esposte a qualche sconsiderato dal cervello a gruviera, che non manca mai, magari armato di bomboletta.
 
Certo, ora rimettere in moto un’impresa per restaurare la scalinata comporta una dilatazione di spesa. Che, comunque, non dovrebbe far tremare nessuna borsa. Privata o pubblica.
 
Nella foto: la scalinata inciminata che dà su via Montini (foto "Giornale di Brescia").