Una storia di cuore dal reparto subacuti di Gardone
di Erregi

La signora Maria Grazia Chizzoli ha 81 anni e da poco è tornata a camminare, cosa che da tempo non riusciva più a fare per un'infezione. Amorevoli cure e il lavoro della dr.ssa Silvia Casella nel reparto subacuti le hanno restituito il sorriso

 
Una storia di guarigione che parla, una volta tanto, di tutto ciò che di positivo l’ospedale di Gardone ancora mantiene, grazie, tra le altre cose, al personale del reparto per malati subacuti.
 
Quando si parla di ospedali purtroppo è quasi un luogo comune parlare di mala sanità. È così con piacere doppio che raccontiamo questa storia di «buona sanità».
 
Protagonisti la signora Maria Grazia Chizzoli e l’ospedale di Gardone Valtrompia. Maria, che tutti chiamano Ninì, ha 81 anni solo sulla carta d’identità, e nel reparto per degenti Subacuti ha ritrovato la speranza e la salute.
 
«Avevo soprattutto problemi alle gambe: erano gonfissime a causa di un’infezione e non potevo camminare da molto tempo; alcuni medici di altre strutture mi avevano detto che non c’era nulla da fare - racconta -. Ma poi la dottoressa Silvia Casella, di questo reparto, si è presa cura di me e con il suo carisma ha accompagnato la mia guarigione perché ho ricevuto cure mediche scrupolose e professionali e ho anche trovato infermiere allegre, preparate e sempre carine con me: le "mie" ragazze, le chiamo!».
 
Maria Grazia, infatti, nonostante l’età, proprio non si trova con i suoi coetanei: «Sto meglio con i giovani perché loro hanno passione, la stessa che io conservo ancora, ma devo stare attenta a come parlo, perché altrimenti mi prendono per matta!».
 
Quattro volte bisnonna, la signora Nini è attorniata da una famiglia che si affida a lei come ad un punto di riferimento. Maria Grazia si sente quasi in dovere di ringraziare lo staff del reparto Subacuti per averla rimessa in sesto e racconta: «Temevo il peggio: i miei nipoti e pronipoti venivano a trovarmi e mi chiedevo se li avrei rivisti e non ne ero certa ma poi ho riacquistato la fiducia!».
 
Si rivolge anche alle istituzioni e alla popolazione della Valle del Mella e sottolinea che «i valtrumplini devono rendersi conto che è una fortuna avere una struttura come questa a due passi da casa: in Valsabbia, da dove io vengo, non ce ne sono e anche il sindaco, Michele Gussago, deve andare fiero perché l’Ospedale della sua città è il meglio che mi sia capitato».
 
Fa le corna, poi, la Nini, concludendo: «Se dovessi avere un altro problema, dico subito a mia figlia Roberta di portarmi dalle mie ragazze: mi sono affezionata a tutte loro e anche agli infermieri maschi: prima di staccare e tornare a casa, se sono sveglia, vengono addirittura a darmi il bacio, ma il mio più grande ringrazia mentova alla dottoressa Casella, alla quale sono grata».
 
Divenuta un po’ la nonna di tutti, Maria Grazia è stata dimessa da pochi giorni, dopo un percorso di dolore e malattia che, finalmente, a Gardone, è terminato in un lieto fine.
 
Non resta che sperare che lo stesso lieto fine attenda tutta la struttura, sul cui futuro, alcuni, avanzano ancora qualche dubbio.
 
Fonte “Giornale di Bresca”.