I mobili di «Arte e carità» al Palazzo Avogadro di Zanano
di Andrea Alesci

Fino a domenica 6 gennaio è visitabile la mostra di artigianato e mobili delle Ande organizzata dall'Operazione Mato Grosso e dall'Associazione Don Bosco 3A come sbocco del lavoro compiuto nella scuola avviata nel '79 da don Ugo De Censi

 
Sulle Ande la pazienza e il tempo sono le cose che naturalmente aiutano a produrre le opere che una ad una vengono eseguite a mano. Con lo stesso spirito di aiuto si collega il lavoro di chi qui in Italia segue i giovani nei gruppi Operazione Mato Grosso e di chi si preoccupa di far conoscere e vendere i mobili che realizzano.
 
Così, anche quest’anno prosegue la proficua collaborazione tra l’Operazione Mato Grosso e l’Associazione don Bosco 3A che, con il patrocinio del Comune di Sarezzo, organizzano la mostra "Arte e Carità - Arredi e Artigianato dalle Ande".
 
Un allestimento che viene inaugurato stasera alle ore 20.30 presso Palazzo Avogadro a Zanano nella sua consueta veste di esposizione e vendita di mobili e arredi andini costruiti dai ragazzi che si sono diplomati nelle scuole di intaglio e falegnameria create dall’Operazione Mato Grosso in Perù.
 
“Queste opere – spiega un responsabile del Mato Grosso – rappresentano il lavoro svolto fin dal 1979 da padre Ugo De Censi e dai giovani dell’Operazione Mato Grosso in Perù, dove per dare una risposta concreta ai bisogni della povera gente nasce la scuola d’arte ‘Taller Don Bosco’. I giovani che la frequentano sono scelti in base alla povertà delle loro famiglie e nei cinque anni della durata del corso vengono ospitati gratuitamente, ricevendo istruzione e formazione professionale. Alla fine del corso, riconosciuto ufficialmente dal Governo, ogni ragazzo riceve in regalo gli attrezzi per continuare a lavorare e può scegliere se iniziare un’attività in un altro luogo o entrare a far parte della Familia de Artesanos Don Bosco, che attualmente dà lavoro a 650 giovani”.
 
La Famiglia de Artesanos Don Bosco è formata da tutti i giovani che si fermano sulla sierra e che hanno deciso di condividere l’insegnamento di padre Ugo di non pensare solo a se stessi, ma di aiutare la gente più povera, sostenendo i bisogni dei loro “caserios” (villaggi).
 
“La parte di guadagno non torna ai ragazzi – dice padre Ugo De Censis –, poiché sono già stati pagati al termine dell’opera: i soldi vanno alla gente di questa terra sotto forma di acque potabili, canali d’irrigazione, viveri per i malati e gli abbandonati. C’è un proverbio che dice ‘Non devi dare il pesce ma devi insegnare a pescare’. Ma la cosa più importante che voglio insegnare ai miei ragazzi è quella di regalare il pesce pescato. Vorrei insegnare loro a lavorare al meglio per amore di Dio, con pazienza, meticolosità e aiutando il prossimo”.
 
La mostra è a ingresso libero ed è visitabile fino al 6 gennaio 2013 da mercoledì a venerdì (ore 18/20.30), sabato e festivi (ore 9.30/12. e 15/21), S. Stefano e l’1 gennaio (ore 15/21). Natale chiuso.