Contro i rischi del gioco d'azzardo
di Redazione

Le Acli hanno lanciato la campagna "Mettiamoci in gioco" per limitare la crescita forsennata del gioco d'azzardo, aumentare le tutele per la collettività e i giocatori, favorire gli interventi a favore dei giocatori "patologici".

Da sempre il gioco per le Acli ha un alto valore educativo e sociale. Eppure oggi occorre di-stinguere tra gioco e gioco. Non vi è nulla di educativo e di positivo in un gioco che estra-nea, che abbruttisce o che addirittura fa ammalare.
È quanto sta producendo il gioco d’azzardo in Italia, i cui numeri ed effetti, su tutte le fasce di età, commentano in maniera inequivocabile un crescente pericolo sociale e sanitario e una aumento della illegalità.

Oggi nel nostro Paese crescono i fatturati del gioco d’azzardo (con 80 miliardi di euro an-nui), ma anche i costi sanitari, sociali, relazionali e legali della sua diffusione. L’Italia è il pri-mo paese al mondo per spesa pro-capite dedicata al gioco, che coinvolge ogni gruppo so-ciale, compresi pensionati, casalinghe, giovani. Secondo alcune ricerche il 2.2% della popola-zione adulta italiana risulta essere a rischio per il gioco d’azzardo se non addirittura “vittima” di una patologia.

Una situazione favorita anche da molti conflitti di interesse, a partire dal fatto che lo Stato stesso affida al ministero del Tesoro e delle Finanze – fruitore di cospicue entrate economiche provenienti dal mercato dell’azzardo – il ruolo di tutelare i cittadini dai problemi sociali e sa-nitari correlati alle dipendenze patologiche indotte dalla progressiva espansione del settore. Anche le mafie hanno fiutato l’affare, come testimoniato dalla Relazione della Commissione parlamentare antimafia del 2011.

Per questo, insieme a 20 organizzazioni di vario genere le Acli hanno dato vita alla campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo “Mettiamoci in gioco” (che è stata presentata mercoledì 5 dicembre a Roma), con l’intento di limitare la crescita forsennata del gioco d’azzardo, aumentare le tutele per la collettività e i giocatori, favorire gli interventi a favore dei giocatori “patologici”.

I promotori dell’iniziativa hanno avanzato una serie di proposte concrete, pubblicate anche sul sito delle Acli bresciane.

Le Acli bresciane già da diverso tempo stanno lavorando in questa direzione. Il Consiglio Provinciale delle Acli ha deliberato nel giugno 2011 il divieto che nei bar dei circoli Acli della provincia di Brescia siano presenti apparecchi elettronici per il gioco d’azzardo.
Inoltre da anni Lega Consumatori (associazione di difesa dei diritti dei consumatori che fa parte del-la famiglia aclista), denuncia questo vergognoso fenomeno, che va a colpire soprattutto le ca-tegorie più deboli della popolazione, a cominciare dai pensionati e dai disoccupati.