Lumezzane, città che invecchia
di Fonte: Egidio Bonomi, «Giornale di Brescia», 27 novembre 2012
Gli ultra 65enni sono 4.485, ossia il 20% della popolazione, gli over 80 ben 1.194, mentre i bambini fino ai 3 anni non raggiungono le 500 unità . La popolazione invecchia inesorabilmente e il calo demografico procede di pari passo
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Un paese per vecchi? Bè, gli ultra 65enni a Lumezzane sono esattamente 4.485 e rappresentano quasi il 20% della popolazione totale che, negli ultimi due anni,è scesa sotto i 24 mila abitanti, per attestarsi sulle 23 mila 668 unità .
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A suo modo, dunque, la città invecchia, le nascite sono vicine alla crescita zero, salvate in parte dagli immigrati extracomunitari che hanno una cultura della prole non ancora ... occidentalizzata. Invecchia e anche molto, nel senso che gli ultra ottantenni sono ben 1.194, dove le femmine (842) sopravanzano più del doppio i maschi (352).
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Con un risvolto che fa pensare: i soli lumezzanesi in lista d’attesa di ricovero presso la Residenza «Le Rondini» sono 280. Il che significa essere di fronte a persone anziane in gravi condizioni di salute, non autosufficienti o totalmente sole.
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Si dirà che questi sono i problemi della società moderna, ma non ha importanza da dove vengono (i problemi) quanto piuttosto importa la possibilità d’affrontarli e risolverli.
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Il panorama demografico va comunque completato: la fascia maggiore, praticamente il cinquanta per cento della popolazione, compresa fra i 30 ed i 64 anni, raggiunge le 11.857 unità , di cui 5.768 femmine e 6.089 maschi.
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Questa sarebbe la cosiddetta fascia produttiva, per quanto vadano estrapolati quelli che godono di pensione vecchio regime. Anche perché i dipendenti del settore manifatturiero sono più di seimila, il resto diviso, appunto, fra pensionati d’una volta, servizi e commercio.
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I giovani fino ai 29 anni sono 7.236: anche qui i maschi sopravanzano le femmine: 3.803 i primi, 3.521 le seconde, ossia intorno al 32% della popolazione. Infine il piccolo esercito degli scolari e degli studenti che ammontano a poco più di 2.900.
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La fascia dei piccolissimi, fino ai tre anni, non raggiunge le cinquecento unità . Se non si può dire in assoluto che Lumezzane sia una città per vecchi, non sembra fuori luogo sostenere che è sulla strada maestra per diventarlo.
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Il calo demografico degli ultimi due anni è dovuto soprattutto a persone attive che seguono le aziende emigranti in spazi più consoni, buona ultima la Rubinetterie Bresciane.
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I dipendenti lumezzanesi diventano pendolari; non tutti, a lungo andare, reggono il viaggio e, com’è avvenuto per altre imprese «fuggite» da Lume, si accasano vicino alla nuova fabbrica. Inoltre va aggiunto qualche immigrato che torna al Paese d’origine a causa della carenza di lavoro.
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Con tutto ciò, i lumezzanesi restano quell’alacre «popolo di formiche» ormai riconosciuto, primo formidabile requisito per dominare la crisi invece di subirla.